Bamba Susso: una storia di riscatto e passione che parte dal Gambia.
Bamba Susso ha 20 anni e gioca come attaccante in seconda serie slovena, nell’ND Vitanest Bilje. E’ arrivato in Slovenia in prestito dal Pisa. A Bilje, a due passi dal confine tra Slovenia e Italia, sta disputando una stagione superlativa. Ha già segnato 12 gol in 13 presenze ed è il capocannoniere del campionato. La sua nazione d’origine è il Gambia, poverissimo paese africano. Una nazione complicata, come moltissime realtà del continente africano.
Nel 2014 l’Unione Europea decise di interrompere gli aiuti umanitari stanziati a favore del Gambia. La decisione fu presa in seguito alle denunce di varie organizzazioni umanitarie operanti sul territorio, che evidenziavano varie violazioni dei diritti umani da parte del Capo dello Stato, Yahja Jammeh.
Le politiche repressive di Jammeh, in carica dal colpo di stato del 1994, si erano inasprite nel 2013 con la decisione di ritirare il Gambia dai paesi del Commonwealth. Nel 2015, poi, Jammeh dichiara l’istituzione di uno “stato islamico” in Gambia. Tuttavia, le richieste di asilo dei cittadini gambiani venivano, all’epoca, quasi regolarmente respinte.
Nel 2016, Bamba Susso diventa parte di questo intreccio. Oggi ha deciso di raccontarci la sua storia.
“Avevo 14 anni quando ho lasciato la mia casa e il mio paese per cercare un futuro migliore. A quel tempo giocavo già a calcio. Ero il capitano della piccola squadra della città dove sono nato, Talito. All’inizio del viaggio non sapevo se sarei mai riuscito ad arrivare in Italia, ma il desiderio di riuscirci è stato più forte di ogni paura. Non ero mai uscito dal mio paese, ero molto giovane, ed anche per questo il cammino è stato veramente duro. Il vero inferno, però, si è scatenato quando sono arrivato in Libia.
Il paese era in guerra. Alcuni gruppi di guerriglieri volevano convincere noi migranti a combattere con loro, promettendoci in cambio aiuto e sostegno per attraversare il Mediterraneo. In realtà, quello che hanno fatto è stato metterci in una cella, imprigionandoci. Eravamo costretti a chiamare i nostri familiari rimasti in patria, per chiedere soldi da girare ai guerriglieri e consentirci così di viaggiare, ma io non potevo chiamare nessuno. I miei genitori, purtroppo non c’erano più. Ero solo, incastrato in una terra che non conoscevo. L’unico modo che avevo per pagarmi il viaggio era lavorare, spaccandomi la schiena con le mansioni più umili possibili per raccogliere i denari necessari a garantirmi la traversata.
Una notte, all’improvviso, fummo svegliati di soprassalto e condotti alla spiaggia. Davanti a noi, i barconi che aspettavano di portarci in Italia, nel mare invisibile al buio. Sulla barca dove mi fecero salire eravamo in più di 100, stipati come sardine. In quelle condizioni affrontammo 10 ore di viaggio, prima che una nave più grande ci facesse salire a bordo. Con quella, poi, siamo riusciti ad attraccare in Italia”.
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L’Italia apre le sue braccia a Bamba Susso
Come prima tappa del suo viaggio in Italia, Bamba Susso arriva in Calabria, a Cotronei. E’ il 2017. Ci ha messo quasi un anno a raggiungere la penisola dopo la sua partenza da casa.
A Cotronei resta pochi mesi e poi parte verso Roma. La sua vita inizia a cambiare, prendendo forma.
“In Italia sono stato accolto veramente benissimo. Devo tutto a questo paese, soprattutto a Roma. In questa città, infatti, ho conosciuto Claudio e Francesca. Da principio erano i miei tutori, ma adesso per me sono i miei secondi genitori. Mi hanno fatto sentire da subito parte della loro famiglia ed è grazie a loro che, a 15 anni, ho ripreso in mano tutte le cose che volevo fare. Sono tornato a scuola, ho imparato l’italiano, ho ricominciato a giocare a calcio.”
Il Dio Pallone non ci avrebbe messo molto a bussare alla porta di Bamba Susso.
“La mia prima squadra in Italia è stata la Romulea, nel quartiere San Giovanni, a due passi dalla Basilica. Hanno un settore giovanile fortissimo. A marzo del 2020, un talent scout del Pisa era presente ad una partita della squadra. Io giocai benissimo, segnai, feci un’ottima impressione. Da lì le cose sono andate velocissime. Il Pisa mi ha chiamato per firmare un contratto per la stagione 2020/2021, dove avrei giocato per la Primavera. Quell’anno feci 6 gol nel campionato giovanile.
Ho anche avuto modo di allenarmi con la Prima Squadra e, sul finire della stagione, sono riuscito ad esordire con i grandi, agli ordini del Mister Luca D’Angelo. Ho esordito in Serie B a Brescia e poi la settimana successiva sono entrato nel finale di partita contro la Virtus Entella, giocando per la prima volta all’Arena Garibaldi. E’ stata una sensazione meravigliosa, un’emozione unica. Sarebbe stato ancora più bello se fossero stati presenti i tifosi, ma purtroppo il Covid non lo ha permesso”
Dopo l’esordio con i grandi, Susso ha giocato una stagione in Serie D con la maglia del Villa Valle. L’ambiziosa società della Val Brembana, allenata dall’ex atalantino Valter Bonacina, ha chiuso il campionato al quinto posto. Susso ha segnato solo 3 gol, ma ha vissuto per la prima volta la sensazione di potersi giocare il posto con i più grandi ed essere parte di una squadra che lotta per un obiettivo concreto. Una volta tornato a Pisa, per il giovane gambiano si è presentata l’opportunità di giocare da titolare nella seconda serie di un paese europeo. La chiamata, sempre in prestito, è quella del Bilje. Druga Liga, la Serie B della Slovenia.
Adesso si fa sul serio
Qui la storia di Bamba Susso può tornare ad essere raccontata col tempo presente. Con la squadra bianconera Susso ha stupito gli addetti ai lavori, dimostrando di avere una vena realizzativa importante.
“Il calcio italiano e quello sloveno sono molto simili a livello di tecnica e di allenamenti. Forse è questo uno dei motivi per cui mi sono trovato bene fin da subito. La società è stata straordinaria nell’accogliermi e devo molto anche al Mister, Dominik Bersnjak. I miei progressi degli ultimi tempi sono in gran parte merito suo.
Io, da parte mia, ci metto tantissima voglia e spirito di sacrificio. Ogni giorno arrivo al campo con la fame di migliorare, di giocare e di segnare più che posso. Dopo tanti anni difficili, ho capito che il calcio è la mia forza: mi permette di andare avanti e di non mollare mai.
Il campione che mi piace di più in assoluto è Lionel Messi, ma per il mio modo di giocare mi ispiro molto a Robert Lewandowski.”
Puoi togliere Bamba Susso dal Gambia, ma non puoi togliere il Gambia da Bamba Susso
Bamba Susso è dovuto scappare presto dalla sua terra e anche se l’Italia lo ha accolto come un vero e proprio figlio, il giovane attaccante non si scorda delle sue origini.
“L’Italia è e sarà sempre nel mio cuore, non mi scorderò mai tutto il bene che mi ha dato. E’ anche grazie all’Italia se sono tornato un calciatore e posso adesso coltivare uno dei miei sogni più grandi: vestire la maglia della Nazionale del Gambia. Spero un giorno di diventare come i miei connazionali Colley, Barrow e Darboe, che dall’Italia hanno spiccato il volo nel calcio raggiungendo la maglia del paese in cui sono nato. Il mio obiettivo è di arrivare, col lavoro di ogni giorno e tanti gol, a far parte di un movimento che reputo in crescita. Credo e spero che il Gambia possa togliersi tante soddisfazioni in futuro e io spero di far parte di quella storia.
In Gambia ho lasciato una parte importante del mio cuore. Quest’estate, dopo 6 anni dalla mia partenza, sono riuscito a tornare nel mio villaggio e ho avuto la fortuna di organizzare un torneo di calcio. L’emozione è stata davvero unica. Oltre ad incontrare di nuovo tanti amici che erano rimasti in patria, ho potuto rivivere i vecchi ricordi di quando avevo iniziato a giocare a pallone. Il tuffo al cuore è stato immenso, ed è stato veramente commovente incontrare tanti giovani appassionati di calcio che riescono a divertirsi davvero con poco. Proprio come me alla loro età.”
L’emozione però non distoglie tuttavia Bamba Susso dal suo attuale obiettivo: diventare il calciatore più forte che può, senza perdere la sua genuinità.
“Ogni anno mi pongo l’obiettivo di far bene e di essere me stesso per arrivare ad alti livelli. Uno dei miei sogni è quello di segnare all’Arena Garibaldi, sotto la Curva Nord: stavolta però deve essere piena di tifosi del Pisa. Voglio poter restituire loro una parte di quello che hanno fatto per me quando sono arrivato in città, accogliendomi a braccia aperte e facendomi sentire a casa.”
La strada è lunga e tortuosa, ma Bamba Susso lo sa bene. Continua a lavorare a testa bassa, giorno dopo giorno, col sorriso e con tanta voglia di emergere.
Per un ragazzo che, da solo, ha affrontato un tremendo viaggio nell’ignoto riuscendo a diventare uomo, la salita del calcio non può essere altro che una meravigliosa giostra sulla quale divertirsi. E sulla quale Bamba Susso è appena salito.
Immagine di copertina realizzata da PSM Sport, base tratta da: profilo instagram Bamba Susso (sussobamba45)
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