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La FA Cup di Emiliano Martínez

È scoppiato in lacrime davanti alle telecamere Emiliano Martínez dopo la vittoria della FA Cup. Non è stata una competizione come tutte le altre.

Il portiere argentino non è mai stato una prima scelta all’Arsenal. Ma in questo finale di stagione Emiliano Martínez è stato il titolare dei Gunners e finalmente ha potuto avere il suo meritato momento sotto i riflettori. Chi avrebbe mai potuto prevedere questo scenario ad inizio stagione? Emi titolare. Nella finale di FA Cup. In un bollente derby londinese – e non solo perché si è giocato il 1° agosto. Nella reggia di Wembley. Ha sempre sognato un momento così. Il suo momento. Giocare una finale è già tanto, ma vincerla da protagonista è il massimo. Si può essere certi di una cosa: Emiliano Martínez non si dimenticherà certo di questa FA Cup.

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Martinez nel post gara insieme ad Aubameyang (fonte: givemesport.com)

I primi anni

Emi arriva all’Arsenal neanche diciottenne dall’Independiente, nel 2010. La sua famiglia in Argentina non se la passa bene e lui sbarca in Europa per aiutarli economicamente. Ma Emi non viene mai preso in considerazione. Il suo destino lo porta a girovagare in prestito o ad essere solamente il terzo portiere dei Gunners. Un via vai in cui la dignità di Emiliano è messa a dura prova dalle critiche, a cui però resiste strenuamente. L’esordio in Premier League alla fine arriva, nel 2014. Szczesny si fa male contro il Manchester United all’Old Trafford e il portiere argentino gli subentra nell’ultima mezz’ora. La prima partita con la maglia dell’Arsenal risale però a un mesetto prima.
22 ottobre 2014. Girone D di Champions League. Nel successo in casa dell’Anderlecht, a difendere i pali della squadra inglese c’è Emi Martínez.

Ricordo il mio debutto in Champions contro l’Anderlecht: mio padre affrontò un volo di 27 ore per assistere alla partita e pianse per tutti i 95 minuti.

Emi Martínez

Il momento di Martínez

La famiglia è stata molto importante per Martínez. La vera forza che l’ha spinto ad andare avanti. Non è mica facile fare il terzo portiere. Si prendono i soldi facilmente, ti sporchi poco i guanti, ma siamo sicuri che questo sia tutto ciò che un professionista voglia dalla propria carriera? Ogni calciatore vuole sempre giocare. Anche Emi lo vuole. Lui che fin da quando militava in Argentina ha sognato di avere il suo momento. Sono passati tanti anni, ma questa volta ce l’ha fatta, quest’anno ci è riuscito. Già essere promosso a secondo portiere è stata una piccola soddisfazione. La soddisfazione più grande deve ancora arrivare. A difendere i pali della porta dell’Arsenal a fine stagione ci ha pensato lui.

Bernd Leno, il portiere titolare dei londinesi, si fa male in un contrasto con l’attaccante del Brighton Neal Maupay. Scocca il minuto 40, il tedesco è fuori. Scocca il minuto 41, arriva il momento di Emiliano Martínez. L’argentino ce l’aveva fatta. Otto partite consecutive da quel momento in poi in Premier League. Tre clean sheets consecutivi nelle prime tre partite contro Southampton, Norwich e Wolverhampton. Una fiducia e una costanza in campo mai avuta prima. Arteta non aveva altra possibilità: affidarsi ad Emi in porta e cercare di agguantare l’Europa League in un’altra maniera, quella più rocambolesca, dato che in campionato i Gunners sono fuori dai giochi per i piazzamenti europei.

Una FA Cup da conquistare

In FA Cup il portiere titolare è stato sempre lui, dal terzo turno fino alla finale. Leeds United, Bournemouth, Portsmouth, Sheffield United e Manchester City: tutte vittorie. Tutte partite con Emiliano Martínez tra i pali.

Al fischio finale della semifinale. È stato abbastanza emozionante. Non perché abbiamo battuto il City. Più per quanto ho lottato per giocare una finale nel club che amo. Sono passati 10 anni da quando sono arrivato al club e al fischio finale tanti pensieri mi sono passati per la testa.


Vorrei che i tifosi e la mia famiglia fossero qui per la finale. Provengo da una famiglia povera, e per loro sarebbe stato straordinario vedermi vincere un trofeo di fronte a 90.000 persone”.

Emi Martínez

Il coronavirus ha negato solo una parte del piccolo sogno di Martinez. Se ci fosse stato Leno, il titolare sarebbe stato ovviamente lui. Ma Leno non c’è oggi. Il momento che ha sempre sognato è arrivato in un caldo pomeriggio di inizio agosto. Il momento per cui ha lottato sempre. Il momento per cui non si è abbattuto mai. Una finale da FA Cup da titolare. Da protagonista. Da vincente.

Cara famiglia…

Il Chelsea è subito andato in vantaggio al quinto minuto con Christian Pulisic. Aubameyang, però, ribalta tutto con una doppietta e trascina l’Arsenal a festeggiare la FA Cup numero 14, un record in Inghilterra. Su quella coppa una firma importante ce l’ha messa anche e soprattutto il portiere argentino. Dopo il secondo gol dei Gunners, c’è stata la reazione violenta dei Blues, alla ricerca del pareggio. Ma Emiliano Martínez ha respinto tutti gli attacchi degli uomini di Lampard. Si è sentito un eroe. Finalmente il suo momento di gloria. A fine partita il pensiero è andato ovviamente alla sua famiglia. Seduto a bordo campo, appoggiato ai cartellini pubblicitari, con uno smartphone in mano e gli auricolari nell’orecchio per una videochiamata dal sapore speciale. “Cara famiglia, guardate, ho vinto la FA Cup”. Un po’ incredulo, molto emozionato.

L’istantanea è questa, di quelle memorabili. È stata la partita che Emiliano Martinez ha sempre voluto giocare. È stato il suo momento dopo dieci lunghi anni, il sogno divenuto realtà. Te lo meriti, Emi.


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Fonte copertina: gianlucadimarzio.com

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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