Inizia il Brasileirão 2020 e abbiamo provato a scegliere cinque possibili candidate per la conquista del campionato.
Finiti i campionati statali, comincia il Brasileirão 2020, uno dei campionati più divertenti del mondo. Chi vincerà lo scudetto?
Flamengo
In questo momento il Flamengo è senza ombra di dubbio la squadra più forte del Sud America. Neo vincitrice della Copa Libertadores nella finale di Lima contro il River Plate, i Mengão hanno vissuto un’annata da sogno con Jorge Jesús in panchina. Il tecnico portoghese, da pochi giorni nuovo tecnico del Benfica, dal suo approdo in Brasile nel giugno del 2019, ha portato i Rubronegro a vincere praticamente tutto.
Le chiavi del successo sono state molteplici, ma la campagna acquisti della scorsa estate ha fatto decisamente la differenza. Grazie ai ricavi ottenuti con le vendite di Vinicius Jr. al Real Madrid per 45 milioni di euro e di Paquetà al Milan per 35, il Flamengo ha investito nell’acquisto di giocatori di esperienza provenienti da grandi club oltreoceano: Rafinha sulla fascia destra dal Bayern, Diego Alves in porta dal Valencia e Filipe Luís sull’out di sinistra proveniente dall’Atlético Madrid. Tutti nettamente fuori categoria per il Sud America.
Questi giocatori dal passato vincente formano un mix di esperienza e gioventù invidiabile. Nel 4-2-3-1 di Jesús, retto da una difesa solida e ben attrezzata, ha trovato sfogo il talento dell’ex Roma Gerson spalleggiato dalla sostanza di Willian Arão. Sulla trequarti, l’inventiva di De Arrascaeta e quella del jolly Diego, era coadiuvata sugli esterni dall’imprevedibilità di Bruno Henrique ed Éverton Ribeiro. Il tutto alle spalle della punta di diamante con la maglia numero 9 che, con le sue reti, ha portato alla conquista il Flamengo di ben 6 trofei: Campionato carioca, Taça Guanabara, Brasileirão, Supercoppa di Brasile, Copa Libertadores e Recopa Sudamericana. Ciliegina agrodolce, la finale del Mondiale per Club persa in finale ai supplementari con il Liverpool.
Necessita un capitolo a parte Gabigol. Pallone d’Oro sudamericano 2019, e giocatore più decisivo nella stagione dei record del Fla. Gabriel Barbosa a Rio de Janeiro ha ritrovato se stesso. Dopo l’esplosione in maglia Santos e le pessime esperienze europee all’Inter e al Benfica, sotto i riflettori del Maracanã Gabigol è tornato a sfornare prestazioni monstre. In un’intera annata sono state più di 40 le reti messe a segno, due dei quali nella finale di Lima contro il River Plate. A 24 anni il brasiliano si candida per un’altra stagione da protagonista con l’obbiettivo, chissà, di staccare il biglietto per la consacrazione in Europa attesa da tempo.
São Paulo
Dopo aver vinto due titoli consecutivi nel 2007 e nel 2008, negli ultimi 12 anni il miglior risultato nel Brasileirão del Tricolor Paulista è stato un secondo posto nel 2014. Quest’anno ci si può riprovare seriamente, con Fernando Diniz in panchina. L’ex Athletico Paranaense e Fluminense esprime, a detta popolare, il calcio più divertente del campionato Paulista, unendo giocatori di buona qualità a un’idea ben eseguita in campo. Quindi Dinizmo o Dinizismo? I fan si sono interrogati su quale sia la forma corretta e migliore per descrivere il modo di gioco di Diniz, che ha risposto direttamente in un’intervista ad una TV brasiliana. È Dinizismo.
Il 4-2-3-1 è il modulo preferito di Diniz. A centrocampo, a fianco di Tchê Tchê, si trova capitan Dani Alves, reinventato fantasioso regista, ma con la stessa dose di leadership. È stato accostato recentemente al Flamengo anche se lui è stato chiarissimo: “È una bugia!“. Dani Alves, a 37 anni, vuole rimanere fedele al suo club e portarlo a vincere, da protagonista, un Brasileirão, l’unico grande titolo che manca nella bacheca del giocatore con più trofei alzati al cielo. Il reparto offensivo del São Paulo può contare su Pato, Pablo, Hernanes, Vitor Bueno, ma soprattutto su Igor Gomes, prezzo pregiato della rosa del Tricolor paulista. 21 anni d’età, dal 2013 al San Paolo, Igor è un trequartista molto tecnico e creativo, che distribuisce spesso ai compagni palloni mai banali, grazie alla sua ottima visione di gioco.
È un playmaker avanzato, in Brasile qualcuno ha azzardato a paragonarlo a Kevin De Bruyne, anche se deve migliorare sotto alcuni aspetti, come per esempio saper difendere meglio la palla. Igor Gomes può essere senz’altro uno dei migliori crack brasiliani da seguire. Se quest’anno si carica di responsabilità la squadra e la porta verso il titolo, le porte dell’Europa già spalancate si potrebbero aprire del tutto…
Corinthians
El Timão ha perso ai rigori in casa del Palmeiras la finale del Campionato Paulista 2020. Mancato il quarto Paulista consecutivo per il Corinthians, una striscia vincente cominciata nel 2017 con il complessivo 4-1 rifilato al Ponte Preta. Nel 2019 il São Paulo ha dovuto soccombere in finale per 1-2, mentre nel 2018 è toccato proprio ai Verdão.
La forza della squadra di Tiago Nunes verte principalmente su un reparto difensivo roccioso e arcigno, tanto che il Timão è stata la terza miglior difesa in assoluto nella fase a gironi con soli 10 gol subiti. Tuttavia, anche l’attacco, ricco di elementi di esperienza, è capace di risolvere le situazioni più ostiche e di capitalizzare le azioni da gol prodotte dal centrocampo. Il gioco del Corinthians è estremamente intenso. Il possesso palla viene portato a livelli estremi da parte dei calciatori di Tiago Nunes, fino quasi a strangolare il gioco avversario. Basta guardare le percentuali di possesso palla del Corinthians nelle ultime partite. Si passa dal 53% di possesso ottenuto contro il RB Bragantino, una squadra tendenzialmente aggressiva nel pressing, al 62% contro l’Oeste, il 69% contro il Santo André o l’impressionante 75% di possesso palla contro il Mirassol ridotto in 10 nella semifinale dei play-off.
In porta il capitano Cássio è una saracinesca, mentre in difesa spiccano l’esperto Gil, il 21enne Carlos Augusto, la vecchia conoscenza del calcio italiano Danilo Avelar e Fagner, canterano 31enne con trascorsi in Germania al Wolfsburg. Mediana retta da Éderson a quota 3 gol in 2 partite, e Gabriel Girotto, i quali lasciano spazi e inventiva ai tre trequartisti. Tra questi bisogna menzionare Victor Cantillo, con oltre l’88% di precisione dei passaggi il migliore della squadra, il talentuosissimo Luan e il 22enne Mateus Vital, preso dal Vasco da Gama.
Luan è il faro del reparto avanzato del Corinthians. Molto preciso nei passaggi, ha un dribbling sorprendente e grande fantasia: una vera spina nel fianco per qualsiasi retroguardia. In attacco si alternano il 35enne Mauro Boselli, ex Palermo e capocannoniere della squadra con 5 gol, e Jô, uno dei più grandi fallimenti di mercato dell’ultimo City precedente all’era degli sceicchi. L’ultimo Brasileirão è stato chiuso all’ottavo posto solamente: quest’anno la squadra di Tiago Nunes può e deve puntare più in alto. Il Brasileirão è l’obiettivo dichiarato.
Grêmio
Dopo le esperienze nel 2010/2011 e nel 2013, Renato Gaúcho, per gli amici Renato Portaluppi, ha centrato col Grêmio obiettivi importanti. In carica da settembre 2016, l’ex meteora della Roma ha fatto brillare in patria e non solo i Rei de Copas. In questo arco di tempo Portaluppi ha vinto una Coppa del Brasile nel 2015/2016 e una splendida Copa Libertadores nel 2016/2017. Ciò che manca, adesso, è un campionato brasiliano: l’ultimo risale al 1996. Fa strano che il Grêmio abbia in bacheca più Libertadores (3) che Brasileirão (2).
Quest’anno è un obiettivo da centrare assolutamente e Portaluppi lo sa bene. Dopo aver perso però Luan, passato al Corinthians, il Gremio ha ceduto anche la sua stella: Everton Cebolinha. Il 24enne di Maracanaú è passato al Benfica di Jorge Jesus, pronto a brillare anche in Europa. L’esperta coppia di difensori centrali composta da Kannemann e Pedro Geromel garantiscono solidità al reparto arretrato.
A centrocampo spicca il talento di Matheus Henrique, 22enne ex São Caetano e successore di Arthur Melo. Dotato di un’ottima visione di gioco e di un preciso lancio lungo, è piuttosto veloce e difficile da saltare in dribbling seppur la sua altezza non superi il metro e settantacinque. In attesa del rimpiazzo di Cebolinha, in attacco il Gremio può affidarsi alla freschezza del trequartista Jean Pyerre (classe 1998) e dell’ala sinistra Pepê (classe 1997). Avranno il compito di innescare la punta centrale titolare, attualmente il 35enne Diego Souza.
Palmeiras
Il Palmeiras c’è anche quest’anno nella lista delle favorite per il Brasileirão. La squadra fondata da alcuni immigrati italiani è stata la prima brasiliana ad andare in doppia cifra per titoli nazionali vinti. Due titoli, un secondo e un terzo posto nelle ultime quattro stagioni non sono roba da poco. Nel recente Paulistao è risultato vincitore ai danni del Corinthians.
Il vate Vanderlei Luxemburgo, 68 anni ma ancora in palla, può disporre di una rosa ben organizzata, con nomi di altissimo livello. In difesa, i due centrali dal passato italiano Vitor Hugo (ex Fiorentina) e Gustavo Gòmez (ex Milan) sanno bene il loro mestiere. Il centrocampo è molto consistente con l’ex Chelsea Ramires, Bruno Henrique, Felipe Melo, Zé Rafael, Patrick De Paula e Gabriel Menino a fare le due fasi.
Reparto offensivo davvero di qualità quello che può esporre il Verdão. Sulla trequarti sono liberi di agire Gustavo Scarpa e Lucas Lima, in attacco le punte sono Luiz Adriano e Deyverson, di rientro dal Getafe. Il reparto ali ha perso il forte Dudu, convinto dai soldi dell’Al Duhail, ma può contare su Wesley, Angulo e soprattutto Gabriel Veron. Nato il 3 settembre 2002 in onore dell’ex calciatore argentino Juan Sebastian, Gabriel è un’ala molto veloce e tecnica. Sa addomesticare il pallone anche col sinistro, il piede debole. L’ottimo tiro di fuori e i repentini cambi di passo lo rendono un vero funambolo. È stato nominato miglior giocatore dei Mondiali U17 del 2019 vinti dal Brasile. Alla sua seconda con il Palmeiras ha segnato due goal e fornito un assist in soli trentadue minuti contro il Goias. Che sia lui uno dei possibili MVP del Brasileirão?
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Foto di copertina tratta da: correiodopovo.com.br