L’attaccante nigeriano del Villarreal è uno degli astri nascenti del calcio europeo. La prestazione di Chukwueze con il Real ha dato un assaggio di tutte le sue qualità, pronte ora ad esplodere in tutta la loro forza.
C’è un nuovo astro che si aggira nel panorama calcistico europeo. Si tratta della stella di Samuel Chukwueze, esterno offensivo nigeriano del Villarreal, il cui talento sta emergendo con grande velocità. A 21 anni, con il suo sinistro spudorato e la sua rapidità, Chukwueze non si pone limiti e ambisce a diventare una delle migliori ali d’Europa.
Nel nome di Dio
Per cogliere la particolarità della crescita di Chukwueze, è utile partire dalle origini, quindi dalla sua infanzia in Nigeria. Cresciuto nel difficile contesto di Umuahia, una zona di degrado e abbandono, l’ala del Villarreal ha rischiato seriamente di abbandonare il football. C’è andato molto vicino, se si pensa al giorno in cui la madre e lo zio decisero di incendiare il suo kit di allenamento per evitargli “distrazioni inutili”. Un atto brutale e crudele nei confronti di un ragazzino innamorato del calcio, il cui sogno finisce letteralmente in fiamme.
Ma come in tutti i romanzi di formazione, prima o poi il momento del riscatto arriva. La svolta per Samu si palesa in un mattino come tanti, quando un suo amico si presenta a casa per portarlo ad un provino per partecipare ad un torneo in Portogallo. Ad aprire la porta di casa, quella mattina, è proprio la madre di Chukwueze, che sveglia il figlio e lo implora di andare al campo. Il motivo? La volontà di Dio, apparso in sogno alla signora per concedere a Chukwueze di riprendere a giocare. Samu si presenta al provino, entra nella Diamond Football Academy e in Portogallo vince il titolo di capocannoniere. È l’inizio dell’ascesa.
Ascesa
L’ascesa della sua carriera è rapida, come il suo stile di gioco sulla fascia. Nel 2015 Chukwueze vince da protagonista il Mondiale Under 17 con la Nigeria, battendo calciatori del calibro di Pulisic, Militao e Alexander-Arnold. Lo fa con la compartecipazione di Osimhen, suo compagno di reparto e grande amico. La vetrina mondiale lo mette in mostra agli occhi dei grandi club europei. Il salto è ormai imminente e la destinazione giusta sembra essere Londra, sponda Arsenal. Ma alla fine il suo club decide di spedirlo al Villarreal, rinunciando ad un’offerta più alta pur di garantirgli il miglior percorso di crescita.
La scelta dell’Academy è a dir poco lungimirante. L’approdo nella tranquilla città costiera si rivela infatti propizia per Chukwueze. Non nei primissimi giorni, quando l’esterno fa i conti con uno stile di vita molto diverso da quello abituale. Il periodo di adattamento è comunque rapido, sereno, costante. E lo porta ad esordire in fretta, nel settembre 2018, in una sfida di Europa League contro i Rangers di Steven Gerrard.
Una volta messo piede in campo, Samu non esce più. Al termine della sua prima stagione colleziona 37 presenze, scalando le gerarchie con la sua grande personalità. Il ’19-20 è il momento della consapevolezza per il nigeriano, che si conferma un talento di rango e conquista la Nazionale. I suoi numeri (4 gol, 6 assist) non sono molto distanti da quelli di Bailey o di altri giovani esterni considerati dai media a lui superiori. Si tratta probabilmente solo di una percezione, visto che al di là dei freddi dati statistici – comunque d’impatto – Chukwueze perfeziona il suo stile di gioco. Seppur a tratti scostante, Samu trova sulla fascia il suo habitat naturale per sfoderare il ricco repertorio di imprevedibilità e rapidità tecnica.
Chukwueze rockstar
Aver perfezionato il suo modo di stare in campo non significa aver terminato il percorso. Il marchio di calcio di Chukwueze è infatti ancora troppo rock, aspetto che lo rende un giocatore di culto ma che lo limita nella sua strutturazione definitiva. L’esterno del Villarreal è oggi un meraviglioso funambolo, veloce ed esplosivo, di quelli sicuramente indispensabili nel calcio di oggi. Ne ha dato prova nella gara con il Real Madrid, quando entrando dalla panchina ha ribaltato l’incontro. Le statistiche del nigeriano parlano chiaro: 29 minuti giocati, 16 tocchi, 80% di passaggi riusciti, un’occasione creata e un rigore procurato. Devastante.
Spaccare l’incontro è una grande virtù, ma non può essere l’unica abilità per il classe ’99. Chukwueze ha tutto per essere un’icona: ha strappi, stile e persino un appeal sociale (è uno dei volti scelti da RocNation, non a caso). Per il salto di qualità serve però qualcosa in più, specie in termini realizzativi. Dopo aver accantonato l’egoismo degli esordi e aver migliorato il suo gioco di squadra, come suggeriscono le statistiche, ora Chukwueze deve imparare a finalizzare. A incidere, a marcare la differenza, a decidere. È questo l’ultimo step per diventare grande e mettere davvero nel mirino il suo idolo, Arjen Robben.
Immagine di copertina tratta da: Instagram Chukwueze
Su Sottoporta il meglio del calcio internazionale: Elogio di Ferrán Torres