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Attenzione a… Ísak Jóhannesson

L’ultimo triennio ha visto la fioritura di numerose giovani promesse del calcio tra i ghiacci della Scandinavia. Siamo rimasti colpiti dalla potenza disumana di Håland, il controllo e i filtranti di Ødegaard, il dinamismo ipercinetico di Kulusevski. Adesso siamo pronti per il nuovo gioiello delle fucine del grande Nord.

Nato a Sutton Coldfield nel 2003, ma svezzato nella terra del ghiaccio e del fuoco, Ísak Jóhannesson è il segreto meglio custodito del calcio islandese.
Il suo essere figlio d’arte spiega la nascita in terra d’Albione: il padre è infatti Joey Gudjónsson, all’epoca perno del centrocampo dell’Aston Villa.
Cresciuto in una famiglia di sportivi, Ísak scopre si innamora presto del pallone e muove i suoi primi passi calcistici nel settore giovanile dell’ÍA Akraness, a pochi chilometri da Reykjavík. La superiorità rispetto ai compagni di pari età è troppo manifesta e per lui si parla di un interessamento dell’Ajax già nell’estate del 2018, ad appena quindici anni. Jóhannesson decide però di procedere gradualmente, e sceglie di continuare il suo sviluppo in un campionato e in un’area geografica più vicine alla sua terra natìa. Così nel gennaio 2019, due mesi prima del suo sedicesimo compleanno, approda in Svezia, sponda IFK Norrköping. Esordisce a settembre dello stesso anno contro l’Athletic Eskilstuna e non abbandona più la maglia da titolare. Nella sua prima stagione completa in maglia biancoazzurra segna 4 reti e fornisce 12 assist ai compagni, regalando prestazioni impressionanti ai tifosi e attirando l’interesse degli osservatori di numerose società.

Hype

A causa dello stop imposto dalla pandemia però gli accessi allo stadio sono limitati anche per il personale, e non tutti gli scout possono accedere al piccolo stadio del Norrköping. Incredibilmente, la società si trova costretta a respingere alcune richieste per poterlo visionare da vicino arrivate da scout di tutta Europa. Stig Thorbjørnsen, capo scout del Norrköping, si è confidato espresso così in un’intervista al quotidiano svedese Sportsbladet: “Non mi era mai successo niente del genere. È una guerra, lo si capisce da tutte le chiamate che riceviamo. Quando c’è tanto clamore intorno a un giocatore, tutti vogliono seguirlo”.  Jens Magnusson, direttore sportivo del club, ha rincarato la dose in un’altra intervista, rilasciata a FotbollDirekt in occasione della partita contro l’AIK Solna. Quel giorno infatti vi erano numerosi osservatori venuti per Jóhannesson, ma non abbastanza posti per tutti. “Abbiamo avuto un numero incredibile di richieste per questa partita” ha spiegato Magnusson, “e abbiamo dovuto tirare un po’ il freno. Non si sa mai quali giocatori vengano esattamente a vedere, ma non è un segreto che molti siano venuti per Ísak”.

Caratteristiche tecniche

Jóhannesson nasce come centrocampista centrale con licenza di svariare, a causa di una spiccata predisposizione offensiva. La capacità di inserirsi ed il passo svelto, unitamente ad una versatilità rara nei giocatori così giovani (ricordiamo che ha compiuto 18 anni poco meno di un mese fa), lo rendono adatto a giocare anche come mezzala e, più in generale, a ricoprire qualsiasi ruolo del centrocampo. Nel Norrköping infatti è stato sin da subito schierato come ala, sia a destra che a sinistra, rivelandosi all’altezza. In alcune occasioni gli è stato persino chiesto di fungere da trequartista o seconda punta, compito che ha svolto prontamente. I suoi principali punti di forza sono la grande sensibilità del sinistro, con il quale riesce a trovare varchi inesplorate tra le maglie delle difese avversarie, e la capacità di pensare in verticale in ogni momento.

Chi ci ricorda?

Non ci sorprendiamo quindi che le sue principali fonti di ispirazione siano Kevin de Bruyne  e Frenkie de Jong, due maestri del calcio verticale a livello internazionale. La propensione all’assist e il tiro secco e violento sono infatti due delle caratteristiche che più accomunano Jóhannesson al fuoriclasse belga. La produzione di key passes fuori scala rispetto ai pari età che militano nell’Allsvenskan ricorda ulteriormente la stella del Manchester City. Il giovane islandese non fa mancare il suo apporto in fase di finalizzazione, e si è già rivelato prolifico di fronte alla porta. Con la selezione Under 17 dell’Islanda ha infatti messo a segno otto reti in dieci partite, e si è già fatto notare anche tra i grandi.
Tra gli aspetti del suo gioco che devono essere affinati vi è invece l’eccessiva irruenza dettata dalla foga giovanile. Durante la scorsa edizione dell’Allsvenskan ha rimediato cinque ammonizioni e una conseguente squalifica per somma delle stesse: numeri elevati per un esterno d’attacco.
Il furore che manifesta in campo lo porta anche ad essere poco lucido ed efficace contro difese saldamente schierate, ma si tratta di un difetto che può essere facilmente corretto con l’esperienza e l’allenamento.

Gli occhi di molti club europei scrutano da tempo l’evoluzione di Ísak, e non ci stupiremmo di un suo futuro approdo in Premier League. Lì potrebbe misurarsi nel campionato del paese dove è nato, in cui milita il suo idolo e dove suo padre ha giocato per tanti anni. Il ragazzo è un convinto sostenitore del Manchester United, e chissà che Solskjaer, non voglia aggiungere un altro nordico all’organico dei Red Devils. Nell’attesa di scoprire dove sarà il suo futuro, possiamo gustarci lo sviluppo di uno dei prospetti più interessanti del panorama scandinavo. Signori e signori, comincia lo show di Ísak Jóhannesson.


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Immagine di copertina: Fonte Transfermarkt


Di Andrea Margutti

Aspirante scrittore, fotografo, musicista e scacchista. Piedi storti e braccia larghe in marcatura. Non si aspetta molto dalla vita, ma se potesse riavere Recoba in rosa sarebbe contento.

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