Il Community Shield ha messo in mostra i pregi e i difetti della squadra di Arteta.
Dal post-lockdown l’Arsenal è la squadra che più di tutte ha messo in difficoltà i Reds di Klopp, sconfitti non solo ieri, ma anche per 2-1 in Premier il 15 luglio scorso. Entrambe le partite hanno però dimostrato come l’Arsenal preferisca lasciare il pallino del gioco nelle mani del Liverpool, poco cinico sotto porta durante tutta la gara.
L’Arsenal si presenta a Wembley con il tipico 3-4-3, con Rob Holding, David Luiz e Kieran Tierney davanti ad Emiliano Martínez. A centrocampo Elneny e Xhaka sono affiancati da Héctor Bellerín sulla destra e Maitland-Niles sul lato opposto. Davanti, oltre al solito Pierre-Emerick Aubameyang, trovano spazio Eddie Nketiah ed Bukayo Saka.
Il Liverpool risponde con il solito 4-3-3, con il giovane Neco Williams a destra, Robertson a sinistra e Van Dijk – Joe Gomez coppia centrale. Alle spalle del trio Mané – Firmino – Salah agiscono James Milner, Fabinho e Georginio Wijnaldum.
Il primo tempo
Fin dai primissimi minuti i Reds hanno attaccato quasi solamente sulla fascia sinistra. Robertson crea sempre superiorità numerica e libera Mané, sempre pericoloso con i suoi cross tesi. Bellerín è costretto a ripiegare costantemente. Proprio su questa fascia nasce dal calcio piazzato di Robertson il gol di Van Dijk, poi annullato per offside. I primi 45′ nel complesso vengono gestiti bene da Rob Holding, che esce puntualmente in pressione su Sadio Mané, e da David Luiz, perfetto nel pulire l’area dai continui cross rasoterra che arrivano dalla sinistra.
Ma dall’out di sinistra dei Gunners nasce invece il gol dell’1-0 di Aubameyang: Un gol certamente evitabile, che macchia la prestazione più che sufficiente di Neco Williams, il quale paga l’inesperienza contro un avversario tosto come l’ex Dortmund. L’attaccante gabonese, infatti, riceve la palla sui piedi e punta Williams. Il laterale destro del Liverpool gli lascia troppo spazio per concludere ed Aubameyang calcia con un destro a giro imprendibile per Alisson.
Durante tutto il primo tempo l’Arsenal ha accettato la pressione avversaria correndo diversi rischi, cercando poi delle transizioni offensive rapide, specialmente sulla sinistra. La chiave del gioco dei Gunners nel primo tempo è stata la grande duttilità del trio d’attacco. Saka e Nketiah si scambiano spesso di posizione per non dare punti di riferimento alla coppia centrale, mentre Aubameyang gioca molto largo per portare fuori Williams e creare spazi interessanti. Il gol è forse l’unica occasione degna di nota dei Gunners nella prima frazione. I londinesi si confermano una squadra estremamente cinica, ma con dei limiti evidenti che vengono fuori nella seconda metà di gara.
Il secondo tempo
Il Liverpool scende in campo dopo la ripresa con maggiore convinzione rispetto al primo tempo. Sfruttando il mismatch tra Holding e Mané i Reds confezionano la più grossa occasione della loro partita: il senegalese è bravo ad andare via in velocità al centrale dell’Arsenal, ,a si allunga troppo la palla e finisce per calciare debolmente su Martínez in uscita. Questa azione mostra un grave limite dei Gunners, bravi a difendere schierati ma troppo vulnerabili in contropiede, specialmente sulla fascia destra. Fascia dove però il Liverpool continua ad essere inconsistente. La presenza del giovane Williams limita notevolmente i compiti difensivi di Maitland-Niles, che quindi può raddoppiare spesso su Mohamed Salah, impalpabile per quasi tutta la gara. Buona la prestazione difensiva di Tierney, che si riconferma un giocatore estremamente duttile.
Accettare la pressione avversaria, si sa, può rivelarsi spesso un’arma a doppio taglio. Lo testimonia il gol del Liverpool con il nuovo entrato Minamino. Il giapponese è bravo a sfruttare una serie di rimpalli dovuti alla forte densità di maglie bianche nell’area di rigore dell’Arsenal. Il pareggio nasce da un’ottimo lavoro spalle alla porta di Salah, che converge e cerca Firmino. La palla dell’egiziano viene intercettata, finendo però sui piedi di Minamino, bravo a cercare l’uno-due col compagno. Il pallone viene deviato da Cédric, entrato al posto di Bellerín, e finisce nuovamente sui piedi dell’ex Salisburgo, freddissimo poi di fronte ad Emi Martínez.
Un gol cercato con caparbietà, ma che evidenzia le difficoltà del Liverpool contro avversari chiusi e molto compatti. La squadra di Klopp è stata brava ad allargare spesso la difesa avversaria per cercare spazi tra il trio di centrali e i due esterni di centrocampo, proprio come in occasione dell’1-1.
Prima dello scadere dei tempi regolamentari il Liverpool avrebbe la chance di portarsi sull’1-2 con Sadio Mané grazie ad un errore clamoroso del reparto arretrato dell’Arsenal. In una situazione di 5 contro 2, su un cross non particolarmente insidioso di Robertson, i Gunners lasciano che il nazionale senegalese controlli palla da solo. Mané, però, sciupa clamorosamente.
I calci di rigore
L’unica nota da segnalare dei penalties, che hanno regalato il secondo trofeo in trenta giorni alla squadra di Arteta, è l’ingresso “sfortunato” di Rhian Brewster, reduce da una parentesi di stagione ottima in prestito allo Swansea (11 gol in 22 presenze). Entrato al minuto 92, il suo errore dal dischetto si rivelerà decisivo per il secondo trofeo vinto dalla squadra di Arteta in un mese.
I numeri del match
Tra tutti, il dato che descrive al meglio l’atteggiamento dell’Arsenal durante la gara è certamente quello relativo al possesso palla. Il Liverpool ha il totale controllo del gioco e bissa il 60% di possesso palla raggiunto dal Chelsea nella scorsa finale di FA Cup. Dato addirittura peggiore della precedente partita di Premier League del 15 luglio: in quell’occasione i Reds toccarono un clamoroso 69% di possesso. L’Arsenal predilige un possesso palla funzionale. Il gioco si basa su continue verticalizzazioni e situazioni 1 vs 1 in cui giocatori come Aubameyang, Saka e Pépé si trovano a proprio agio e possono creare occasioni pericolose.
Nell’incontro di Premier, i Reds hanno chiuso con 24 tiri (8 in porta) contro i 3 (2 in porta) degli avversari. In questo Arsenal-Liverpool, invece, la squadra di Arteta ha mostrato un evidente miglioramento. L’Arsenal ha creato più occasioni, arrivando ad 8 tiri contro i 15 del Liverpool. Un dato non esaltante, ma che contribuisce a far capire quanto i Gunners propongano un calcio veloce e cinico, fatto di concretezza e grande freddezza sotto porta.
Pur avendo buoni palleggiatori in mezzo al campo (su tutti Ceballos), Arteta preferisce sfruttare le grandi doti fisiche e tecniche dei suoi attaccanti. Lo spagnolo adatta il trio offensivo in base alle qualità della squadra avversaria (nell’ultimo incontro con il Liverpool hanno giocato dall’inizio Nelson, Lacazette e Pépé). Il terzetto che più sembra convincere è quello formato da Nicolas Pépé, Alexandre Lacazette e Pierre-Emerick Aubameyang: L’ex Lille si è integrato bene con la coppia già esistente. Non a caso, è stato proprio quello utilizzato nei match decisivi contro Manchester City e Chelsea.
L’uomo chiave
Il Man of the Match è ancora una volta Pierre-Emerick Aubameyang. Il 31enne è leader a tutto tondo di un Arsenal arrembante, in cui i giovani hanno un ruolo sempre più decisivo. La prestazione nel Community Shield va ad aggiungersi alla lunga serie di match in cui il gabonese ha preso per mano i suoi e li ha condotti alla vittoria, aiutato anche dal prezioso lavoro di Mikel Arteta per metterlo al centro del sistema.
Se l’Arsenal inizierà la stagione 2020/2021 con grande fiducia il merito è anche di Aubameyang, che in questa stagione sembra aver definitivamente raggiunto un livello di maturità importante.
Arsenal-Liverpool si chiude con la vittoria dei primi. Arteta ha rivitalizzato un gruppo in grande crisi, ma ha ancora tanto lavoro da fare. Il passo falso del Liverpool, invece, apre ulteriori spiragli nella lotta per la prossima Premier League?
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Fonte iimmagine di copertina: Arsenal.com