La Premier League è un campionato in cui anche le squadre più piccole possono rivelare talenti sorprendenti. È il caso del Norwich City e di uno dei suoi giocatori più sbalorditivi: Emiliano Buendía.
La peggior stagione in Premier League in oltre 118 anni di storia. Un’annata da cancellare completamente per il Norwich City. Nonostante un gioco almeno sulla carta arioso e aperto, i giallo-verdi hanno mostrato numerose lacune, troppe per poter ambire a qualcosa di più di una figura da comparse nel campionato più competitivo del mondo. Eppure la squadra di Daniel Farke ha mostrato diversi prospetti talentuosi, che potrebbero non seguire il club in Championship e competere a livelli più alti. Su tutti, un giocatore che si è distinto particolarmente è Emiliano Buendía.
Sesto per numero di dribbling completati (102) nei principali campionati europei, quarto in Premier League per occasioni create (81), davanti a giocatori come Maddison, Mahrez o Salah, l’argentino con passaporto spagnolo si è rivelato come uno dei giocatori più brillanti della Premier League in questa stagione.
Date le sue origini argentine, potrebbe essere scontato il paragone con un ballerino di tango. Passo cadenzato e armonico, grande agilità e rapidità, dribbling fulminante: le premesse ci son tutte.
Ma Buendía non si limita al mero compito di seguire ed eseguire la melodia. Egli è compositore e maestro d’orchestra. Ricama e dirige. La sensazione è che i suoi compagni di squadra siano persino più rilassati in campo quando ha palla.
Per questo, forse, le sue movenze e il suo destro ricordano piuttosto guizzanti pennellate che tingono in maniera indelebile la tela. Ogni sua giocata squarcia il campo, si appropria della vista dello spettatore e restituisce in cambio delizia. Una pennellata composta e sobria, ma al contempo raffinata, quasi aristocratica e degna della tradizione dei migliori dandies d’Albione.
O forse, perché no, ricordano quelle movenze delicate di uno scultore rinascimentale che scopre l’eredità dei classici e decide di plasmare la materia con perizia e cura dei dettagli. Ed ecco che dalla nuda roccia viene mostrato al mondo un volto che chiama l’osservatore o un corpo in piena tensione, rivelando vitalità in ciò che vivo non è mai stato.
L’artista di Norwich
Lo stile di gioco di Buendía è infatti intriso di una pulizia formale che lascia attoniti a primo impatto. È difficile trovare un giocatore così brillante nei bassifondi del campionato. Molto difficile.
È un calciatore tecnico e creativo, nonché molto intelligente. È abile a giocare come ala su entrambe le fasce, ma non disdegna di agire sulla trequarti alle spalle delle punte, sfruttando i suoi punti di forza principali: un’ottima visione di gioco e un’irresistibile propensione ad avanzare palla al piede, aprendo spazi per sé o per i compagni di reparto. Abilità che l’hanno portato a rendersi protagonista, con 1 gol e 7 assist, in quasi un terzo delle reti messe a segno dal Norwich in questa stagione.
La caratteristica che risalta maggiormente, però, è la sua capacità di sviluppare la manovra sempre a testa alta. Non vedrete mai Buendía distogliere lo sguardo dalla porta o dal suo prossimo marcatore. Avrà già escogitato un modo per svincolarsi: che sia un tunnel, una veronica, un leggiadro cambio di passo. Osserva sempre i piazzamenti dei suoi compagni e quelli della difesa avversaria e agisce di conseguenza. I suoi movimenti non sono mai casuali: per questo a volte tende ad allargarsi sulla fascia per scardinare la solidità difensiva avversaria, mentre in altre occasioni opta per le vie centrali.
La lezione al Manchester City
Emiliano Buendía, quando è in giornata, semplicemente ispira. Pep Guardiola e associati l’hanno provato sulla loro pelle.
Quinta giornata di Premier League. Il Liverpool già si avviava ad infrangere ogni ostacolo che si frapponesse alla vittoria di quella Premier League stregata. Il Manchester City, invece, incappò in una clamorosa sconfitta davanti ad un incredulo Carrow Road. Quel giorno i riflettori s’illuminarono tutti per un Todd Cantwell in rampa di lancio e per un superbo Teemu Pukki in stato di grazia. Ma il premio di migliore in campo, tra le fila dei Canaries, fu dell’argentino. Basta vedere il suo ruolo nel secondo gol per comprenderne meglio la verve artistica.
Palla a campanile proveniente dalla sua retroguardia, difficile da gestire. Buendía accarezza il pallone e lo lascia rimbalzare. Si accorge del pressing di Rodri e di conseguenza si frappone tra palla e avversario. Quindi, al momento propizio, elude il contrasto aggressivo del centrocampista dei Citizens con un sombrero e crea dal nulla i presupposti per il contropiede fulminante di Pukki che Cantwell concretizzerà. Raddoppio del Norwich, tripudio a Carrow Road, applausi a scena aperta per Emiliano Buendía.
Nella sua breve carriera – ricordiamoci che ha solamente 23 anni – con le maglie di Getafe e Norwich ha avuto modo di confrontarsi con alcuni dei migliori club del mondo in due campionati radicalmente differenti. Eppure è riuscito sempre ad adattarsi e ad imporre silenziosamente i suoi ritmi, lasciando il segno sia in un campionato estremamente tecnico come quello spagnolo, che tende ad esaltarne le sue doti funamboliche, sia in uno nettamente più intenso e frenetico come quello inglese, dove invece è emersa la sua rapidità di pensiero e di esecuzione.
Non bisogna stupirsi che tanti club europei lo abbiano puntato in questa sessione di mercato. Fa gola in Inghilterra, il campionato dove ha sempre sognato di giocare, dove Liverpool e il neopromosso Leeds United sembrano essere i più interessati. Ma le sue prestazioni hanno avuto risonanza anche oltre il canale della Manica.
Anche in Spagna alcune squadre sono interessati a lui. Fra tutte, spicca sicuramente l’Atletico Madrid del connazionale Simeone, sempre alla ricerca di giocatori così abili tecnicamente.
Buendía però preferisce glissare queste voci e afferma di trovarsi bene a Norwich. Sempre con eleganza e sobrietà, quelle doti che lo contraddistinguono anche nel rettangolo verde.
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