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James è ancora un campione?

Le qualità tecniche sono indiscusse, ma il colombiano sembra essere finito ai margini del grande calcio. Quanta voglia ha El Bandido di tornare protagonista?

Estate 2014. Al termine di uno strepitoso Mondiale, concluso con il titolo di capocannoniere e con un posto nella top 11 della competizione, James Rodríguez passa dal Monaco al Real Madrid per 80 milioni di euro. I Galacticos gli affidano subito il numero 10, la sua maglia diventa la più venduta. Il mondo del calcio è ai suoi piedi, la cattedrale blanca è decisa ad incoronarlo come nuovo sovrano del madridismo. Sembra il principio di una storia fantastica. È invece il culmine dell’ascesa, l’inizio del declino.

Il lento declino di James

La prima stagione tra le fila dei Blancos è di quelle importanti. Il suo impatto sulla squadra allora guidata da Ancelotti è fragoroso, vibrante, delizioso. L’asso colombiano si inserisce alla perfezione in uno scacchiere tattico dagli equilibri sottilissimi, quello della Decima, stupendo per intelligenza ed eleganza. L’annata si chiude con numeri prestigiosi: 47 presenze, 17 gol e 17 assist. L’iperuranio del pallone sembra ormai pronto ad accoglierlo, ma come d’incanto la crescita di James si interrompe. L’addio di Ancelotti e la comparsa dei primi gravi infortuni limitano le sue potenzialità. I numeri ne risentono e, malgrado i due successi consecutivi in Champions, la sua centralità nel progetto Real viene sempre più disintegrata. Il rapporto col Real arriva agli sgoccioli soprattutto per i contrasti con Zidane, con il quale volano spesso parole grosse e con cui non scatta affatto la scintilla.

Nell’estate 2017 allora James va al Bayern Monaco, in prestito biennale. In Baviera l’avvio è incoraggiante, ma è solo un’illusione. Il suo biennio in Germania è discreto, poco più che sufficiente, per cui al termine del prestito James fa ritorno al Real. In Spagna ad attenderlo c’è ancora Zidane. Filtra aria di cessione, ma una serie di fattori complicano il suo addio. Da lì in poi il colombiano finisce ai margini: pochissime presenze, zero lampi di genio, una crisi senza fine per uno dei più grandi talenti d’Europa.

I motivi della crisi di James

Dietro ad un simile cortocircuito, ad una simile involuzione, non possono esserci solo gli infortuni e i contrasti con gli allenatori. Quando il Real Madrid mette ai margini un giocatore del suo status, tecnico ed economico, vuol dire che il problema è di natura molto più ampia. James ha smesso di essere un campione nella testa e negli atteggiamenti, aspetti decisivi per giocare a certi livelli. Lo ha confermato Zidane, il quale ha giustificato recentemente le continue esclusioni parlando di “problemi personali”. Lo ha rivelato a chiare lettere l’ex medico della Colombia, Hector Fabio Cruz, che ha parlato di scarso professionismo e di un’attitudine mentale inesistente:

“Il ragazzo ha seri problemi di testa. Non conduce uno stile di vita compatibile con il calcio professionistico, ecco il motivo dei continui infortuni. […] Pensa esclusivamente a far festa. Anziché lavorare con il fisioterapista, va a farsi le sopracciglia e a tagliarsi i capelli. James sta letteralmente gettando al vento la carriera. Ha perso la bussola da tempo. […] Di questo passo è destinato al fallimento”.

Hector Fabio Cruz, ex medico Colombia

Il gioco del calcio è pieno di talenti inespressi per questioni caratteriali. Ma è accettabile che a 29 anni James debba già arrendersi? Lo straniamento del suo background calcistico è pericolosamente in atto, ma c’è ancora tempo per fermarlo. James può riprendersi il suo status di campione. Per farlo deve però uscire dalla sua comfort zone e rimettersi in discussione.

È solo questione di buon senso

Nell’estate 2019 James è stato ad un passo dall’addio al Real. Il Napoli e Ancelotti erano pronti a tutto per sublimare quel senso di nostalgia che accompagna gli azzurri dal post-Maradona. Le indecisioni di James e il suo snobismo hanno fatto naufragare la trattativa, relegandolo al ruolo di indesiderato a Madrid. Nell’élite del calcio europeo circola ormai l’immagine di un calciatore svogliato, dall’ingaggio pesante e poco determinato a mettersi in discussione. James è ingombrante per il Real, che se ne libererebbe volentieri, ma ciononostante i club disposti a puntare su di lui sono pochi. Solo Arsenal e Wolverhampton hanno mosso passi concreti per accaparrarselo. Non esattamente due top club, insomma. Ma il punto è proprio questo. Per tornare ad essere un calciatore prima e un campione poi, James deve ritrovare credibilità. Non importa come, né con chi, l’importante è che sia lontano dalla comfort zone di Madrid. È solo questione di buon senso, in fondo.

Immagine di copertina tratta da: Instagram James Rodríguez


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Di Domenico Abbondandolo

Nato nel 1996, collaboro per SportAvellino e PianetaMilan. Idealista convinto, credo in un calcio romantico e passionale. Nel tempo libero mi diverto a far dialogare Platone e Guardiola.

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