La telenovela dell’estate 2020 finisce qui: Messi resta al Barcellona. Ecco tre opinioni della nostra redazione.
Un lungo tira e molla tra Messi e il Barcellona. Voglia di cambiare, clausole, possibili destinazioni e possibili processi. Sono intervenuti in prima persona pure il papà dell’argentino e LaLiga. Poi Leo ha “chiarito” in un’intervista. Prima di farvi leggere le nostre opinioni, vi lasciamo le dichiarazioni di Leo:
“Ho detto alla società, soprattutto al Presidente, che volevo andare via. Gliel’ho detto durante tutto l’anno. Pensavo che fosse il momento di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di gente nuova, e pensavo che si stava per concludere la mia avventura al Barcellona con grande dispiacere, perché ho sempre detto che avrei voluto chiudere qui la mia carriera. Gliel’ho detto al presidente e il presidente mi ha sempre detto che alla fine della stagione avrei potuto decidere se andarmene o se restare e alla fine non ha mantenuto la sua parola. Non è un problema di soldi. Sentivo che avevo bisogno di cambiare, di nuovi obiettivi, di cose nuove.
Mi sono sentito ferito dalle cose che ho sentito dalle persone, dal giornalismo, dalle persone che mettono in dubbio il mio Barça e dicono cose che penso di non meritare. Ogni anno potevo andarmene e guadagnare più soldi che a Barcellona. Ovviamente ho avuto difficoltà a decidere. Non viene dal risultato del Bayern, viene da tante cose. E la verità è che non c’è stato nessun progetto o altro da molto tempo, si destreggiano e coprono buchi mentre le cose vanno. Come ho detto prima, ho sempre pensato al benessere della mia famiglia e del club.
Quando ho comunicato la mia volontà a mia moglie e ai miei figli è stato un dramma. Tutta la famiglia è scoppiata a piangere. Ho guardato oltre e volevo competere ai massimi livelli, vincere titoli, competere in Champions League. Puoi vincere o perdere, perchè è molto difficile, ma devi competere. Almeno competere e non crollare come a Roma, Liverpool, Lisbona. Come detto, pensavo ed ero sicuro che fossi libero di andar via, il presidente ha sempre detto che alla fine della stagione potevo decidere se restare o meno. Adesso si aggrappano al fatto che non l’ho detto prima del 10 giugno, quando è chiaro che il 10 giugno eravamo in corsa per La Liga nel mezzo di questo tremendo coronavirus e che questa malattia ha alterato tutta la stagione. E questa è la ragione per la quale resterò al Barcellona.
Adesso resterò perché il presidente mi ha detto che l’unico modo di andar via è pagare la clausola di 700 milioni di euro, e questo è impossibile. C’era un altro modo ed era andare in tribunale. Ma non farei mai causa al Barcellona perché è il club che amo, che mi ha dato tutto sin da quando sono arrivato, è il club della mia vita, ho passato la vita qui. Il Barça mi ha dato tutto e io ho dato tutto. So che non mi è mai passato per la testa portare il Barcellona in tribunale”.
Leo Messi
Il commento su Messi di Cosimo Giordano
Prigioniero del suo grande amore. Leo Messi a Barcellona ci è cresciuto (in tutti i sensi), si è evoluto, è diventato grande, forse “El más grande“. Lì ha messo su famiglia, ha costruito una bacheca a più piano rinforzata perché le vittorie sono state veramente tante. È stato sempre un protagonista. Anche nelle sconfitte. Roma, Liverpool, Bayern Monaco. Di chi è la colpa quando il Barcellona perde? Di Leo ovviamente. Forse stanco delle pressioni mediatiche, ma anche di un gruppo che alla prima difficoltà si butta troppo giù, Leo voleva andare, pure prima del 10 giugno. Ma c’è stato il coronavirus di mezzo e le partite si dovevano giocare con la mente sereno. Un vero capitano non avrebbe mai affermato dichiarazioni di abbandono nel punto cruciale della stagione. Ha fatto bene, però ne paga le conseguenze.
Se le sue intenzioni erano queste, perché non riferire, in maniera più segreta (si può nel calcio moderno?) solamente al presidente Bartomeu? A fine stagione poi sarebbe scoppiata la bomba, però Leo sarebbe stato libero. O forse no. Leo voleva cambiare, sua moglie e i suoi figli. E la famiglia influisce sempre tanto. Sarebbe andata diversamente? Da uno dei due lati la corda si sarebbe spezzata. Chi avrebbe ceduto? Viene spontaneo chiedersi: dove gli sarebbe piaciuto giocare?
Una scelta che resterà impossibile da decifrare, una curiosità che l’anno prossimo il Diez ci potrà svelare, perché la questione non è finita qui. Città, squadra, tifosi, Bartomeu, Leo, e pure gli ex acquirenti: sono frustrati, abbattuti e scontenti da questo forzato epilogo. Il Barcellona ora deve mettere su una squadra degna per Messi. Koeman è un sergente e vuole solo vincere, a tutti i costi. Anche Leo. Solo che dalla prossima stagione voleva farlo da un’altra parte. Ok, la storia d’amore continua. L’argentino resta. Ma con quanta voglia?
Il commento su Messi di Matteo Cipollone
Quell’8-2, quel terribile 8-2 che ha riscritto la storia del club catalano. Mani sui fianchi, capo chino, sguardo perso nell’ennesima sconfitta, nell’ennesima delusione, nell’ennesima spirale negativa che lo colpisce ad ogni fallimento. Poi un mese, lunghissimo, di conflitti con la società. Leo Messi via dal Barcelona, un’altra novità inimmaginabile che questo anno anomalo avrebbe potuto regalarci. La frenesia nell’accostarlo alla rosa di squadre interessate. Chi lo voleva al PSG degli sceicchi e dell’asso Neymar, con cui ha formato uno dei tridenti d’attacco più spettacolari del calcio contemporaneo. Chi spingeva per vederlo nella nostra Serie A, alla corte di Conte. Altri, invece, affermavano che avrebbe presto raggiunto il suo mentore Guardiola e il suo grande amico Agüero oltremanica.
In pochi, con animo romantico, speravano che quell’amore così viscerale non s’interrompesse. Perché al di là delle voci di mercato, delle guerre legali, dei botta e risposta tra Liga, Barcelona ed entourage del giocatore, oggi più che mai è emersa una realtà un tempo lapalissiana. Abbiamo sempre concepito il Barcelona come il suo motto recita, Más que un club. Questo mese ci ha ricordato che questo motto si addice anche a Messi. Más que un jugador, más que un capitán, más que un blaugrana. Messi e il Barcelona sono un binomio indissolubile, uno di quelli destinati a sopravvivere alle intemperie del tempo. Perdere Messi non avrebbe significato perdere solamente una bandiera del club, ma il club stesso, una sfumatura magica e indelebile di Barça che sarebbe svanita nei cieli di altre città d’Europa.
Al contempo, però, quel Barça che mai nella sua storia si è mostrato fragile come in questo mese ha perso un’occasione di rinnovarsi e di ricostruirsi. Ha perso un’occasione di poter forgiare nuovamente la sua leggenda, senza alcuna certezza di ravvivare quella vecchia che sembra ormai giunta al capolinea. La prossima stagione porterà risposte ai tanti quesiti che questa guerra fredda ha fatto nascere. La prossima stagione sapremo quanto sarà servita questa battaglia a Lionel Messi e al Barcelona.
Il commento su Messi di Francesco Romeo
L’umiliazione contro il Bayern Monaco è stata la goccia che ha traboccato il vaso. Leo Messi era ormai stufo di indossare quella camiseta blaugrana che lo ha reso uno dei migliori al mondo. Il motivo? Non si sentiva più parte del Barcellona. Non era più il suo Barcellona, quello dei successi di Guardiola e del gioco spettacolare. Era ormai stanco di trascinare una squadra a vere e proprie figuracce nelle coppe europee senza che gli altri ci mettessero il 100%.
Quando sono arrivati i primi rumours nessuno se lo aspettava, siamo rimasti tutti un po’ scossi. Sopratutto per chi ha visto con gli occhi quasi lucidi ogni sua giocata nelle notti europei o sotto il cielo di Spagna e che provava ad imitarla quantomeno a calcetto. La strada era quella di provare qualcosa di nuovo, come ha fatto in passato il suo miglior nemico, Cristiano Ronaldo.
I tempi erano maturi, la scelta era presa, ma è andato tutto storto. Non ha deciso Leo di restare fino al 2021, ma la sua clausola, firmata proprio dall’argentino. Un’arma a doppio taglio che ci deve far riflettere. Chissà se Rambo Koeman riuscirà a convincere il numero 10 a restare più di un anno… Il rapporto per ora è incrinato, ma rimediare è possibile. Nel dubbio, caro Leo, ritorna ad indossare quella camiseta che tanto ti stava bene e ritorna a dare spettacolo come solo tu sai fare.
Il meglio del calcio internazionale su Sottoporta: Appunti azzurri: Italia-Bosnia 1-1 (Nations League 2020)
Foto di copertina tratta dal sito Goal.com