C’è una nuova stella in Belgio. Charles De Ketelaere, giovane calciatore del Bruges, sta bruciando le tappe ed è ormai pronto a spiccare il volo. Con caratteristiche assolutamente peculiari.
Da circa dieci anni ormai, la scuola calcistica belga è una vera e propria miniera d’oro in termini di talenti prodotti dai vivai. Il movimento è cresciuto tantissimo, riuscendo negli ultimi tempi a dare continuità a quella “generazione d’oro” che ha conquistato il podio agli ultimi Mondiali. Nel nuovo che avanza c’è spazio anche per le Fiandre Occidentali e il Bruges, non sempre un club votato alla valorizzazione del vivaio, dove sta crescendo la gemma più preziosa della generazione Z. Si tratta di Charles De Ketelaere, un giocatore assolutamente atipico che è ormai pronto a prendersi la scena.
Ascesa
Classe 2001, De Ketelare riesce ad imporsi in prima squadra in tempi e modalità rapidi. Cresciuto a pochi passi dallo stadio Jan Breybel, con la maglia del Bruges cucita addosso, il fantasista avvia la sua ascesa all’improvviso nell’estate 2019. Aggregato alla prima squadra nel corso del ritiro estivo, De Ketelare esordisce in Coppa di Belgio nel settembre 2019 e gioca la sua seconda gara ufficiale in Champions League, in occasione della sconfitta per 5-0 contro il PSG. Malgrado la disastrosa débâcle, il giovane stupisce per tocco e personalità, mostrando subito grande rigore tattico.
Gestito sapientemente nel corso della stagione, De Ketelaere vede crescere gradualmente il suo minutaggio fino a diventare titolare poche settimane prima del lockdown. Con l’inizio della nuova stagione arriva la svolta. La performance cruciale arriva ancora in Champions, stavolta contro lo Zenit, con il gol vittoria realizzato nei minuti di recupero. Qualche settimana dopo, sempre contro i russi, De Ketelaere diventa il primo calciatore belga under 20 a segnare almeno 2 gol in Champions, aumentando l’hype intorno al suo talento.
Il premio di Promise of the Year ai Belgian Sports Awards ha sublimato poi quelle che sono le speranze che l’intero paese rivolge nei suoi confronti. Soltanto 5 calciatori avevano infatti conquistato questo premio prima di lui, tra questi Lukaku. C’è chi giura, infine, che De Ketelaere possa presto diventare il calciatore più costoso nella storia del calcio belga.
Statistiche
La stagione in corso ha certamente valorizzato l’enorme talento di De Ketelaere. Il gioiello del Bruges migliora di gara in gara dal punto di vista del rendimento e le sue potenzialità crescono di pari passo con l’esperienza. A voler cercare il pelo nell’uovo, però, è giusto sottolineare come il fantasista debba migliorare nei numeri. In 37 partite stagionali, tra campionato e coppe, il classe 2001 ha realizzato appena 4 gol e altrettanti assist. Poco, troppo poco, per un giocatore con la sua qualità e la sua visione di gioco.
Se si analizza il suo Scouting Report, si evince come il calciatore sia in grado di eccellere da molteplici punti di vista. Al di là delle qualità tecniche, che vanno oltre i freddi numeri, De Ketelaere colleziona percentuali eccellenti per quanto riguarda i passaggi completati (72,8%), i dribbling (1,97 a partita), ma anche per tackle (2,30 per 90) e intercetti (0,49).
Tra i dati da migliorare spiccano invece i contrasti aerei vinti, ma soprattutto quelli relativi alla finalizzazione. Nel complesso il belga ha un xG (0,39) e un xA (0,02) basso rispetto alle sue caratteristiche. Il problema è da ricercare nella selezione e nel posizionamento dei tiri, o più in generale in una poco ottimale precisione nell’esecuzione. Sono in tanti, però, ad individuare altrove il motivo di questi numeri così bassi. De Ketelaere non ha un ruolo fisso, gioca da falso 9 ma anche da mezzala, in passato ha fatto persino il terzino. Molti credono che il “problema statistico” del ragazzo sia nascosto nella sua eccessiva versatilità, che lo rende un jolly ma gli impedisce di specializzarsi sul piano tattico e di costruire la sua identità calcistica.
Giocatore totale
In Belgio il dibattito sulla sua versatilità e su quale sia il ruolo migliore è aperto. Da esso scaturiscono due posizioni contrastanti, tra chi reputa un bene questa sua peculiarità e chi invece la vede come un punto debole. Non trovare una collocazione precisa in campo gli impedisce, secondo il noto esperto Marc Degryse, di perfezionare il suo talento e di fare gol, quella che per molti osservatori sarebbe la sua caratteristica migliore. Gli allenatori però non la pensano così. Lo stesso Roberto Martinez, ct del Belgio che lo ha fatto esordire in Nazionale, vede di buon occhio la sua polivalenza. I buoni giocatori possono giocare ovunque e questo gli permette, secondo il cittì, di crescere fisicamente e nelle visione complessiva del gioco.
Lo stesso calciatore ha una visione simile. Seppur sia consapevole di dover migliorare nella gestione delle situazioni pericolose, il ragazzo sa che l’importante alla sua età è giocare, indipendentemente dal ruolo e dalle mansioni. Si tratta di una straordinaria lezione di rigore e saggezza, che evidenzia come e perché De Ketelaere sia destinato ad una grande carriera.
Probabilmente la sua miglior posizione, lo sviluppo futuro più naturale, è quella di seconda punta o di punta esterna, in virtù delle sue doti migliori. Il ragazzo è infatti bravissimo nel dare supporto ai compagni, creando spazio con i movimenti senza palla e con i continui tagli in profondità. De Ketelaere si adatta inoltre egregiamente al gioco tra le linee, riconoscendo velocemente le situazioni e interpretando con lucidità le azioni. Allo stato attuale, intanto, la sua attitudine da “giocatore totale” – pronto a giocare ovunque con gli stessi risultati – non può che essere un bene per la sua piena maturazione tattica e tecnica. È proprio questa sua versatilità, la buona applicazione nelle due fasi, ad essere un potenziale vantaggio in vista degli Europei. Per caratteristiche De Ketelaere potrebbe essere tra i 23 scelti da Martinez e potrebbe sfruttare proprio quel trampolino per spiccare il volo verso lidi più importanti.
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Fonte foto copertina: Instagram Club Brugge