Un breve e semplice rapporto su alcune delle squadre più iconiche della Moldavia. Alcune più note, altre più particolari, ma tutte degne di essere raccontate in una guida di cui non sapevate di aver bisogno.
È vero, la Moldavia non è mai stata una grande terra di calcio. I tifosi più accaniti conosceranno i nomi dei giocatori più famosi della nazionale moldava, come Artur Ionită o il capitano Alexandru Epureanu. Nazionale che, peraltro, non ha mai raggiunto alcun risultato di rilievo in 30 anni di storia, dalla prima partita nel 1992. Ma, nonostante il campionato moldavo sia uno dei più poveri tecnicamente del continente europeo, ci sono diverse squadre che meritano di essere conosciute e amate in onore dello sport più popolare del mondo.
Sheriff Tiraspol: il padrone della Moldavia?
Chiunque si sia mai cimentato nel marasma di caos, perizie balistiche improvvise e accostamenti improbabili delle qualificazioni a Champions o Europa League conosce lo Sheriff Tiraspol. Lo Sheriff è la squadra più famosa della Moldavia, nonché campione dello scorso campionato. E dei 4 campionati precedenti ancora. Fondato nel 1993, si tratta della squadra più titolata della piccola Repubblica, con ben 19 campionati, 10 coppe nazionali e 7 supercoppe in bacheca. È anche la seconda squadra per numero di partecipazioni al campionato, ben 23, il che rende la sua ascesa e il suo dominio davvero impressionanti. E in un campionato così esterofilo come quello moldavo, lo Sheriff è la squadra che attrae il maggior numero di stranieri: su 25 giocatori, solo 5 sono di nazionalità moldava. Su tutti spicca Frank Castañeda, attuale capocannoniere del campionato con 12 gol.
Ciò che stupisce ancora di più è che lo Sheriff, pur essendo campione di Moldavia, non appartiene formalmente alla nazione moldava. Tiraspol, infatti, è la capitale ufficiosa della Transnistria, stato non riconosciuto dalle Nazioni Unite e strettamente legato alla Russia: non solo la Transnistria fu teatro di aspri combattimenti in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, ma ha richiesto l’annessione alla Russia nel 2014, in seguito agli eventi che hanno portato la Crimea sotto la giurisdizione del Cremlino.
La squadra ha stretti legami con il governo della Transnistria: il presidente della Sheriff, la più grande multinazionale moldava, e proprietario del club è Igor Smirnov, ex presidente della Transnistria. Il presidente attuale invece è Victor Gușan, imprenditore moldavo e co-fondatore della Sheriff. Avere alle proprie spalle il governo della Transnistria e la società più potente dell’intera Moldavia rende l’ascesa dello Sheriff Tiraspol più comprensibile, ma sicuramente meno romantica.
Grazie al dominio perentorio in patria, cominciato nel 2001 e interrotto solamente in due occasioni negli ultimi 20 anni, lo Sheriff porta in alto l’onore della Moldavia in Europa. Il club ha sfiorato diverse volte la qualificazione alla Champions League, arrivando al massimo ai play-off. L’Europa League è stata raggiunta in quattro occasioni, l’ultima delle quali nel 2017. In ciascuna occasione, tuttavia, lo Sheriff non è mai andato oltre al terzo posto nel girone, venendo quindi sempre estromesso subito dalla competizione.
Petrocub Hîncești: l’eterno secondo
Il Petrocub Hîncești è attualmente la seconda squadra più forte di Moldavia dopo lo Sheriff. Ad otto giornate dal termine, infatti, si trova in seconda posizione, a 4 punti in classifica dalla squadra di Tiraspol. Pensate che il Petrocub è imbattuto in campionato da oltre due mesi. La loro ultima sconfitta risale al 19 settembre, un 1-2 subito in casa contro il Milsami-Orhei. Da allora sono arrivati 2 pareggi e soprattutto 7 vittorie, compreso un ottimo 1-0 nello scontro diretto contro lo Sheriff. Con 45 gol fatti e 11 subiti in 18 partite, il Petrocub detiene il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa del campionato. Meglio ha fatto solo, ovviamente, lo Sheriff (49 gol fatti e addirittura 4 subiti in 18 partite).
Prima della partita contro il Milsami-Orhei, il Petrocub aveva un filotto estremamente interessante di risultati utili consecutivi: 13 partite, 13 vittorie. Il tutto condito da ben 39 gol fatti (3 in media a partita) e solamente 2 subiti. Tenere il passo dei campioni dello Sheriff è dura, ma Lilian Popescu, allenatore moldavo assai rinomato in patria, tenterà di tutto pur di portare il primo titolo al suo club, il quale al momento vanta più cambi di denominazione (9) che partecipazioni in massima serie (7). E chissà, con un rinato Vladimir Ambros così in forma, strappare lo scettro allo Sheriff sarà possibile.
Sfintul Gheorghe: una grande crescita
Lo Sfintul Gheorghe è una squadra estremamente peculiare. Abbiamo già conosciuto storie provenienti dall’Est Europa simili a quella dello Sfintul (ne abbiamo parlato qui). La squadra è originaria di Suruceni, un piccolo paese di quasi 3.000 anime situato a 22 km dalla capitale Chișinău. Questo posto venne scelto nel 1785 per la fondazione di un piccolo eremo. Nel 1832 venne costruito un secondo monastero dedicato a San Giorgio, martire e santo assai venerato dalla Chiesa ortodossa e nell’Est Europa. Il club stesso deve il proprio nome a quello del santo: Sfintul Gheorghe significa infatti “San Giorgio”.
Il complesso di San Giorgio è presto diventato uno dei luoghi religiosi più famosi ed importanti del paese e, a partire dal 1992, è abitato da una comunità di monache. Vicino al monastero è presente anche il Seminario Teologico femminile “Regina Maria”. Situato all’ingresso dell’area e gestito dalle monache, è luogo di formazione delle maestre di scuola primaria.
Questo club rappresenta un caso quasi unico nel panorama calcistico del paese, e, soprattutto, di successo. Fondato nel 2003, lo Sfintul Gheorghe ha finalmente coronato il sogno di giocare nella massima serie nel 2009, dopo aver ottenuto il permesso dalla Federazione moldava. Dopo una prima retrocessione nel 2012, il club è tornato in Divizia Națională nel 2017, piazzandosi subito come solida squadra di metà classifica. Poi, però, ha addirittura conquistato un clamoroso secondo posto nella scorsa stagione. Un club con appena 15 anni di storia alle spalle, con sede in un villaggio di quasi 3.000 abitanti, che strappa il pass per l’Europa League: classica storia dell’Est Europa.
Il percorso europeo è stato esaltante per essere una piccola realtà all’esordio in competizioni internazionali. Il club moldavo, infatti, ha superato contro ogni pronostico il primo turno di qualificazione, battendo ai calci di rigore i più quotati bielorussi dello Shakhtyor Soligorsk, mentre si è dovuto arrendere alla corazzata Partizan Beograd solamente ai tempi supplementari, perdendo 0-1 su calcio di rigore. Anche in campionato il club si sta facendo valere, dato che è attualmente terzo in classifica. Va dato credito al solido progetto che vi è dietro al club. Le giovanili dello Sfintul Gheorghe si sono sempre distinte, mentre la costruzione del nuovo stadio nel 2009 è indice di una società sana che guarda al futuro. Diversi sono i nomi interessanti: dal portiere Cebotari, eroe in Europa League, a Stinca, numero 10 della nazionale moldava Under 21, fino al numero 9 bielorusso Roman Volkov, a quota 7 in campionato.
Zimbru Chișinău: il nobile decaduto
Trenta partecipazioni in Divizia Naṭională su 30 edizioni, 8 campionati vinti e 5 chiusi al secondo posto, 6 coppe nazionali ed una supercoppa. Unica squadra moldava ad aver mai raggiunto la massima serie in epoca sovietica. Se vuoi diventare un calciatore in Moldavia, lo Zimbru Chișinău è una tappa obbligatoria. Qui si sono formati i maggiori talenti della nazione (come Ioniță) o sono esplosi definitivamente (come Sergiu Epureanu). Lo Zimbru è il calcio moldavo. È la squadra con maggior storia e tradizione, quella che dominava il campionato prima dell’avvento dello Sheriff Tiraspol, è un orgoglio e un patrimonio nazionale.
L’ultimo campionato vinto dallo Zimbru risale al 2000, mentre l’ultimo trofeo vinto è la Supercoppa del 2014. Da allora una gestione terribile a livello amministrativo e finanziario ha portato ad una crisi di risultati e d’identità. Lo Zimbru si è ritrovato a lottare improvvisamente per non retrocedere, una realtà totalmente nuova e traumatica per un club che ha quasi sempre puntato a posizioni di vertice in 72 anni di storia.
Come se non bastasse, la situazione finanziaria del club è peggiorata negli ultimissimi anni. A marzo, infatti, il club era pronto a ritirarsi dalla competizione. L’emergenza Covid ha causato il rinvio del campionato e ha paradossalmente salvato il club della capitale. Lo Zimbru, infatti, ha avuto più tempo per trovare nuovi fondi ed iscriversi nuovamente. Ma nonostante questo, in Moldavia lo Zimbru rimane sempre lo Zimbru. La sfida contro lo Sheriff è sempre El Clasico de Moldova, sebbene i gialloverdi si trovino confinati ormai al penultimo posto da quasi tre anni.
Codru Lozova: la vera essenza del calcio
Subire 150 gol in quasi 50 partite non è sicuramente un record onorevole, né è l’unico che può vantare il Codru Lozova, la squadra più scarsa della Divizia Națională. Nei suoi primi due anni nella massima divisione il Codru ha strappato ben 11 punti in totale. Frutto di 8 pareggi, 39 sconfitte e una sola, unica, storica vittoria ottenuta lo scorso 24 novembre. Quel 2-1 strappato nel nuovo stadio di Lozova, oltre ad essere divenuto un marchio d’infamia per i giocatori del Florești, rappresenta quanto di più sacro ci sia nel calcio. Una vittoria che lava via ogni malumore, ogni prestazione negativa, ogni imbarcata subita da Butuc e Kizeev (i portieri del Codru), ogni umiliazione ricevuta in questo biennio. Una vittoria che potrà, si spera, dare consapevolezza e fiducia ad una delle squadre più giovani del campionato.
Il punto più alto – o più basso – dell’intera storia del Codru in Divizia Națională è rappresentato dal play-out della scorsa stagione. Dopo aver chiuso con 5 punti, 11 gol fatti e 85 gol subiti in 28 partite, l’allargamento del campionato moldavo da 8 a 10 squadre ha fornito al club una chance più unica che rara di guadagnarsi la permanenza sul campo. E come nella più sgraziata delle storie, i nostri antieroi per eccellenza sono riusciti a superare 1-0 lo Sparta Semelet. Il portiere dello Sparta – club famoso per avere lo stemma identico a quello dello Sparta Praha – compie una topica colossale, la quale presto assume contorni tragici quando, dopo una furibonda e sgangherata mischia in area di rigore, il difensore Semenchenko trova il gol del primo successo in stagione del Codru.
Come da tradizione, il Codru quest’anno occupa nuovamente l’ultima posizione con 6 punti guadagnati in 20 partite – già superato il record dello scorso anno. Ma ora che il club di Lozova ha scoperto finalmente il sapore della vittoria, con soli 3 punti da recuperare per agganciare lo Zimbru e il treno dei play-out, ambire alla salvezza è possibile. In fondo alla classifica sarà una lotta senza quartiere dove si sublimeranno i valori più genuini del calcio, nella sfida tra la vecchia guardia del calcio moldavo e il nuovo che avanza.
Orhei Milsami e Dacia Chișinău, alta nobiltà di Moldavia
Ci sono altre squadre che meritano di essere menzionate. Una storia particolare è sicuramente quella dell’Orhei Milsami. Il club fu l’unico, insieme al Dacia Chișinău, ad interrompere il dominio dello Sheriff Tiraspol, conquistando il primo posto nel 2015. Ancora oggi si tratta dell’unico club moldavo ad aver vinto il campionato che non provenga dalla capitale o da Tiraspol. Nella bacheca del Milsami ci sono anche 2 coppe nazionali e 2 supercoppe. Proprietario del club è l’imprenditore Ilan Shor, famoso per essere anche sindaco di Orhei e indagato per “il furto del secolo”, uno dei maggiori scandali finanziari della storia della Moldavia. Tanto che, a marzo di quest’anno, l’Orhei Milsami ha rischiato il crack finanziario a causa della fuga di Ilan Shor dal paese…
Interessante è anche la storia del Dacia Chișinău, o forse dovremmo dire Dacia Buiucani. Il club della capitale, uno dei più nobili del paese, è tristemente fallito per motivi finanziari nel 2018. Una sorte comune, purtroppo, a quella di tante squadre moldave. Il Dacia Chișinău fu il primo ad interrompere la serie di 10 campionati consecutivi vinti dallo Sheriff nel 2011, conquistando quell’anno anche la coppa nazionale. Mors tua, vita mea: l’eredità della squadra – e lo stadio da 10.000 posti – è stata raccolta dal Dacia Buiucani, il quale è costretto a percorrere 70 km per raggiungere Chișinău e giocare le partite nella vecchia casa del Dacia. Ripartito dalla terza serie, dopo una doppia promozione il Dacia Buiucani naviga placido a metà classifica, con l’obiettivo di ripercorrere in futuro le gesta dell’illustre predecessore.
Scegliete con il cuore
È vero, il calcio moldavo non offre sicuramente la competizione più avvincente del Vecchio Continente. La prima della classe, infatti, ancora non è riuscita a fare il salto di qualità proprio a causa dello scarso livello del campionato, mentre le altre non riescono ad interromperne il dominio quasi ventennale. Ma negli ultimi anni il livello è aumentato e il torneo è diventato sempre più equilibrato. Nuove realtà interessanti ora ravvivano il campionato, nonostante le immense difficoltà finanziarie che portano allo scioglimento anzitempo di numerosi club. La corazzata Sheriff, la tradizione dello Zimbru, la simpatia del Codru: lasciatevi guidare dal cuore e tuffatevi in Moldavia, nel campionato di cui non sapevate di aver bisogno.
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Foto di copertina tratta da: fc-sheriff.com