Nuova cattedra per il Professore di Bucarest. È ufficiale l’arrivo di Mircea Lucescu sulla panchina della Dynamo Kiev.
Archiviata l’ultima stagione della Premier League ucraina, dominata da uno straripante Shakhtar Donetsk. Vittoria del campionato mai in discussione per gli uomini di Luís Castro, che chiudono a 82 punti, ben 23 in più rispetto alla seconda classificata, la Dynamo Kiev. Per il club della capitale una stagione sicuramente sotto le aspettative. Dopo la vittoria della Supercoppa proprio contro gli arancio-neri, il club ha deluso in campionato e in Europa, fallendo l’approdo alla Champions League e venendo eliminato nei gironi di Europa League. Unica soddisfazione è stata la vittoria della coppa nazionale contro il Vorskla. Adesso, però, con l’arrivo di Mircea Lucescu, si è aperto un nuovo ciclo.
Il tradimento
La notizia ha fatto scalpore in Ucraina. Da quelle parti Lucescu lo conoscono benissimo, dal momento che arrivò nel campionato locale nel lontano 17 maggio 2004. Allora era alla guida di una squadra ambiziosa, che da poco si era affermata come corazzata in Ucraina: lo Shakhtar Donetsk. Sulla panchina dei Minatori vi è rimasto per 12 anni esatti, fino al 21 maggio 2016. Sono state ben 535 le panchine con il club: è rimasto abbastanza a lungo per raccogliere 8 campionati, di cui 5 consecutivi, 6 coppe nazionali e una storica, meravigliosa Coppa UEFA nel 2009. Se oggi in Ucraina Shakhtar Donestk e successo è un binomio consolidato, molto lo si deve a lui.
Mircea Lucescu ha trasformato radicalmente il club del Donbass, rinnovandolo fin dalle fondamenta e fornendogli una mentalità europea e vincente. Ha portato volti nuovi al club, formando nel tempo una squadra estremamente solida e composta, piuttosto difficile da affrontare anche per le big d’Europa.
In porta ha valorizzato Andriy Pyatov, uno dei migliori portieri della storia ucraina, mentre nel reparto difensivo ha potuto fare affidamento sui talenti locali, come Chigrinskiy, Fedetsky o Kucher, sia su quelli stranieri, su tutti Tomáš Hübschman, Răzvan Raţ e il capitano Darijo Srna, 26 trofei in 15 anni di carriera nel club e recentemente scelto come nuovo direttore sportivo.
Ma è nel centrocampo e nel reparto offensivo dello Shakhtar di quegli anni dove si è maggiormente vista la mano di Lucescu. Perché il Professore ha rivelato il talento di un gruppo di calciatori i quali, ben presto, sarebbero diventati famosi e vincenti in giro per l’Europa e il mondo. Spicca la colonia carioca, dove i nomi più celebri sono sicuramente quelli di Fernandinho, Ismaily, Alex Teixeira e del trio delle meraviglie Douglas Costa, Bernard e Willian, che regalavano magie alle spalle del connazionale Luiz Adriano – nome fin troppo noto sulla sponda rossonera del Naviglio. Non bisogna dimenticarsi anche di altri interpreti importanti, come Taras Stepanenko, estremamente legato ai colori arancio-neri, Henrikh Mkhitaryan e lo sfortunato Eduardo.
La nuova avventura
Dopo il lungo regno di Donetsk, alla fine dell’ennesima annata ricca di successi, Lucescu spiazza tutti accordandosi con il Zenit San Pietroburgo nel 2016. In Russia Lucescu conclude solamente al terzo posto in campionato e non viene confermato. Così, 30 anni dopo l’esperienza come allenatore della Romania, nel 2017 il tecnico di Bucarest torna a sedersi sulla panchina di una nazionale, quella turca. Anche qui magre consolazioni e addio concordato nel 2019. Dopo un anno di inattività, ecco l’arrivo a sorpresa sulla panchina della squadra della capitale ucraina, la Dynamo.
Una nuova avventura intrigante si prospetta, dunque, per Mircea Lucescu a Kiev. La qualità e l’esperienza non mancano: Denis Boyko è una garanzia in porta, così come in difesa si può contare su una certezza come Mykyta Burda e sui giovani talenti di Vitaliy Mykolenko e Denys Popov, quest’ultimo leader dell’Ucraina che ha vinto in Mondiale Under 20 lo scorso anno. A centrocampo, su tutti, in evidenza è sicuramente Viktor Tsygankov, mancino esplosivo e ritenuto una delle migliori giovani promesse della nazione, oltre a giocatori già affermati nella nazionale come Oleksandr Karavaiev e Serhiy Sydorchuk. In attacco, infine, attenzione al giovane Artem Besedin, anche lui reduce dalla vittoriosa esperienza del mondiale giovanile del 2019, e all’astro nascente Giorgi Tsitaishvili.
Vedremo cosa ci riserverà il Professore in questa nuova avventura a Kiev. Sicuramente, ora, ci sarà un motivo in più per accendere il già incandescente derby tra Dynamo e Shakhtar. Le premesse sono ottime, lo spettacolo è assicurato.
Su Sottoporta il meglio del calcio internazionale: La Super League cinese post-Covid19
Foto di copertina tratta da: Fanpage.it