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Resto d'Europa

Il FK Sarajevo sa vendere bene

Sicuramente i dirigenti del FK Sarajevo sanno che non è facile, al giorno d’oggi, fare calcio nei balcani. Troppo grande, con la vaga eccezione di un paio di squadre, il gap economico e strutturale con le potenze più occidentali. Ancor meno facile è farlo in Bosnia-Erzegovina, in posizione di svantaggio rispetto alle vicine Serbia e Croazia. In un paese, ricordiamolo, ancora costretto a fare i conti con i risvolti di una diaspora numerosissima. Non è un caso che molti dei calciatori che in questi anni hanno fatto parte della nazionale, compresi gli eroi del mondiale brasiliano, siano cresciuti (o persino nati) e si siano formati altrove. Tra loro non c’è Edin Dzeko, che ha fatto la trafila nello Zeljeznicar, salvo venire svenduto al Teplice, in Repubblica Ceca.

Le conseguenze dirette ricadono sul campionato locale, al 37esimo posto nel ranking UEFA e incapace di attrarre attenzioni, grandi masse di tifosi e investitori. Uno scenario che favorisce di tanto in tanto anche scandali e pratiche non del tutto ortodosse. Da queste parti, per sopravvivere, è necessario spendere poco e vendere bene. Chi sembra averlo capito meglio di tutti è proprio l’FK Sarajevo, in mano tra l’altro a una proprietà in parte straniera. Il 49,13% delle azioni del club appartiene infatti all’imprenditore malese Vincent Tan, già a capo di Cardiff City e Kortjik. La squadra della capitale, negli ultimi anni, è stata in grado di rimpinguare le casse del club con pesanti (per gli standard bosniaci) cessioni all’estero, spesso di giocatori in rampa di lancio e transitati dal settore giovanile.

Il FK Sarajevo del resto, può contare su una tradizione forte in quanto una delle compagini più tifate e di maggior successo del paese, abituata a partecipare al principale campionato jugoslavo prima della dissoluzione, e in grado persino di vincerlo. Di quella squadra faceva parte, tra gli altri, un grandissimo del calcio bosniaco come Asim Ferhatovic, cui è intitolato lo stadio “Kosevo” così come la scuola calcio societaria. Come lui, hanno giocato nell’academy bordo-bijeli Faruk Hadzibegovic e Safet Susic.

Pur dovendo fare i conti con la rivale cittadina dello Zeljeznicar, il club può attingere da un bacino d’utenza particolarmente numeroso rispetto alle rivali nazionali. La Bosnia-Erzegovina conta poco più di 3 milioni di abitanti e la sola città metropolitana di Sarajevo supera i 500.000. Così è più semplice scovare talenti, mentre il prestigio e la struttura servono ad attrarli. Negli ultimi dieci anni, il FK Sarajevo ha stretto accordi con il Bosna Visoko, squadra di terza divisione che si comporta come una sorta di società satellite, accoglie calciatori in prestito e segnala i migliori elementi delle proprie under. A capo del settore giovanile del Sarajevo c’è Alen Skoro, curiosamente prodotto dello stesso ed ex attaccante di Marsiglia e Servette. È succeduto a Srdjan Karic, che ha un passato nel reparto scout di Partizan e Stella Rossa.

Da qualche giorno, la squadra detiene un particolare record: gli appartengono le 5 cessioni più onerose nella storia del campionato bosniaco da quando la Bosnia è uno stato indipendente. A scavalcare tutti è stata l’operazione che ha portato Nidal Celik al Lens per una cifra pari a 2 milioni e mezzo di euro. Il talentuoso difensore centrale classe 2006 si è messo in mostra sia in campionato sia con le nazionali di categoria. Pensate che ha disputato gli Europei con l’Under 19 ed è diventato da sotto età titolare nell’Under 21.

Nella scorsa stagione ha disputato 10 partite, diventando titolare nel girone di ritorno. Un posto nell’undici garantito anche nella prima parte di questa annata, con 15 presenze totali e il ruolo da capitano conquistato. Nonostante la giovanissima età, 18 anni compiuti a luglio, Celik è già un centrale abile nell’usare un fisico importante e di grande personalità anche palla al piede. Lo scorso novembre è arrivata anche la prima chiamata in nazionale, seppur senza esordire, comunque segno della grande fiducia che in Bosnia ripongono in lui. Non deve stupire, quindi, se il Lens ha deciso di fare un investimento così importante.

Della top 5 fanno parte altri due calciatori cresciuti nel settore giovanile del FK Sarajevo, entrambi con traiettorie di carriera attualmente simili. Stiamo parlando di Dal Varesanovic e Muhamed Buljubasic.

Il primo, classe 2001 ha un passato da wonderkid che non ha del tutto confermato le attese. È inoltre un figlio d’arte: il padre Mirza è stato giocatore e allenatore e il nonno Mirsad Fazlagic è uno dei vincitori di quel famoso campionato 1966/67. Nel 2017 lo chiamò addirittura il Liverpool, ma l’ambientamento è stato complesso e l’entusiasmo è andato scemando.

Dopo 3 anni Varesanovic è tornato a Sarajevo, dove ha trovato un contesto ideale per il suo talento. Nel 2023, è quindi partito alla volta della Turchia, destinazione il Rizespor, per 1,2 milioni. Lo scorso anno è stato autore di una stagione da doppia cifra (9 gol in campionato e 1 in coppa), e la sua capacità di svariare su tutto il fronte offensivo e i suoi movimenti ad attaccare la porta lo rendono un giocatore interessante.

La rotta turca è particolarmente battuta dai Balcani per via dei rapporti tra le società e la disponibilità economica di molti club di Süper Lig (e talvolta anche delle serie minori). Così anche Buljubasic la scorsa estate ha lasciato Sarajevo alla volta di Rize, pagato 1 milione e mezzo di euro. Per il centrocampista classe 2004 l’ambientamento è stato decisamente più complesso. 10 presenze in campionato di cui nessuna da titolare. Nell’annata passata, in cui era stato il cuore del centrocampo del Sarajevo, aveva dimostrato ottimo dinamismo difensivo, capacità di gestire il pallone in spazi stretti e visione di gioco. Forse più del compagno ha pagato l’impatto fisico del nuovo campionato, ma avrà tempo per crescere.

Prima di loro, ci sono stati due calciatori che il loro percorso lo hanno già in buona parte costruito. Si tratta di Gojko Cimirot e Vladan Kovacevic. Il 32enne centrocampista, fino a poco tempo fa possessore del record, nel 2015 fu pagato 1,6 milioni dal PAOK Salonicco. In Grecia ha vissuto una buona esperienza prima di trasferirsi allo Standard Liegi, tappa principale della sua carriera. Il FK Sarajevo lo prelevò dal Leotar, club in cui è cresciuto, per circa 15.000 euro. Un affare incredibile per un giocatore che è anche stato in pianta stabile parte della nazionale. Nella sua prima stagione in amaranto, poco più che 20enne, Cimirot raccolse 39 presenze quasi tutte da titolare. In quella successiva, invece, 36 gettoni compresi i due turni di qualificazione superati nei preliminari di Europa League.

Kovacevic, serbo-bosniaco, è invece cresciuto nello Zeljeznicar di Banja Luka, sua città natale. Portato in maglia bordeaux nel 2016, è diventato titolare in prima squadra due anni dopo (prima c’è stato un prestito allo Sloboda Mrkonjic Gras). Tre stagioni dal rendimento notevole gli sono valse la chiamata del Rakow. Il club polacco, in grande ascesa, lo ha prelevato per circa un milione di euro. In Ekstraklaska, Kovacevic si è messo in mostra tanto da attirare l’interesse di club ben maggiori, ma ha forse pagato l’aver atteso un anno di troppo per partire.

Il portiere classe ’98 è sotto venduto per poco meno di 5 milioni allo Sporting Lisbona quest’estate, con il club bosniaco che ha incassato anche una percentuale sulla rivendita. Con l’ex squadra di Rúben Amorim ha agito da secondo di Israel, mentre a gennaio è tornato in Polonia in prestito, questa volta al Legia Varsavia. Diverso è il discorso legato alla maglia della nazionale, dove alcuni problemi burocratici e con la federazione gli hanno sostanzialmente impedito di diventare il numero 1 e raccogliere l’eredità di Begovic.

A testimonianza della continuità del lavoro in casa FK Sarajevo, c’è la seria possibilità che in estate questa top 5 venga ritoccata ancora. Forse persino abbattendo il neonato record di Celik.

Tra le fila del club della capitale milita l’esterno georgiano classe 2001 Giorgi Guliashvili, autore di una prima parte di stagione da MVP indiscusso dopo aver mostrato buone cose in prestito al Velez Mostar lo scorso anno. Per ora a quota 12 gol e 4 assist, pare che su di lui abbiano chiesto informazioni club importanti tra cui anche il Bologna. Di certo non ci si lascerà sfuggire l’occasione di un’altra cessione a peso d’oro.


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Immagine di copertina realizzata da Fabrizio Fasolino

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