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Cosa c’è da sapere sul caso di Dani Olmo

La telenovela che vede protagonisti Dani Olmo e il Barcelona non è ancora finita e difficilmente vedrà una risoluzione nelle prossime ore. La svolta cruciale che ha portato il 26enne nazionale spagnolo a ritrovarsi svincolato all’inizio del 2025 è stata clamorosa e ha acuito i timori e le paure dei tifosi blaugrana. Sia LaLiga sia la RFEF (la Federazione calcistica della Spagna), infatti, hanno congiuntamente respinto la richiesta di registrazione dei giocatori Dani Olmo e Pau Victor da parte del Barcelona.

La motivazione ufficiale riguarda il mancato adempimento di tutti gli oneri tecnici e finanziari nelle tempistiche previste dalla legge. La società catalana avrebbe dovuto registrare i due giocatori entro la mezzanotte del 31 dicembre, ma non ce l’ha fatta. Sembra essere così smentita la voce di una proroga di tre giorni offerta dalla Liga per mettere a posto la situazione salariale dei giocatori. Lungi dal voler fornire una lettura semplicistica degli eventi, che addossi colpe e responsabilità esclusivamente sulle figure dirigenziali del club, cercheremo di fare chiarezza e di ripercorrere le tappe una ad una. L’obiettivo è offrire una ricostruzione chiara dei fatti che evidenzi tutti i punti che hanno portato alla situazione corrente.

Spoiler: non sembra che andrà proprio così…

Prima di procedere con l’analisi, però, è bene spiegare come funziona il Salary Cap spagnolo, in vigore dal 2019 e al quale sono soggette le società spagnole di prima e seconda divisione. Si tratta di un meccanismo di supervisione e controllo economico-finanziario che impone a ciascun club un tetto salariale calcolato alla luce del bilancio della stagione precedente, a ricavi e perdite registrate nell’anno finanziario precedente, e a tutta una serie di voci che, dagli aumenti di capitale alle spese di matrice non sportiva, determinano entrate e uscite della società.

Ciascun club dispone, dunque, di un determinato budget da riservare agli stipendi dei giocatori e ai membri dello staff tecnico e amministrativo, calcolato e approvato da un’apposita commissione di controllo. Se si supera il limite imposto, non si possono registrare ufficialmente i contratti e tesserare nuovi giocatori. Avendo chiaro questo concetto, possiamo addentrarci nella vicenda, rispondendo alle domande più frequenti.

Quest’estate, dopo aver disputato un grandissimo Europeo con la Spagna, il Barcelona sceglie di fare un grande sacrifico economico ed acquista Dani Olmo per circa 60 milioni di euro dal RB Lipsia. È il ritorno del figliol prodigo, il rientro in Catalunya del ragazzo che a soli 16 anni lasciò la Masía e la sua terra per compiere un lungo viaggio nel cuore della Croazia e tra i castelli della Sassonia. Dopo dieci anni Dani Olmo è tornato al Barcelona, questa volta da uomo e da giocatore affermato, pronto a coronare definitivamente la sua carriera.

Da subito, però, le problematiche riguardo il suo tesseramento furono nitide. L’ufficialità del suo acquisto arrivò il 9 agosto, ma il trequartista spagnolo poté fare il suo esordio solamente il 27 agosto, saltando le prime due giornate di campionato. Questo ritardo, però, non fu dovuto ad un problema fisico o ad una scelta tecnica di Hansi Flick; era legato, bensì, ai problemi finanziari del Barcelona, che non disponeva di entrate sufficienti per innalzare il limite del Salary Cap e per registrare di conseguenza il giocatore.

Per poter tesserare e schierare Dani Olmo, i blaugrana si sono avvalsi dell’Articolo 77 dello Standards for the Preparation of the Budgets of Clubs and SADs, il regolamento redatto dal Comitato Esecutivo de LaLiga sui bilanci delle varie società. Tale norma stabilisce che il club può utilizzare fino all’80% dello stipendio di un giocatore per registrarne un altro. Ciò, tuttavia, solamente qualora il calciatore sia infortunato per un periodo superiore ai 5 mesi o che sia stato escluso dal campionato.

Il Barcelona ha quindi potuto usufruire dei diritti sanciti dall’art.77 alla luce dell’infortunio di Andreas Christensen, ai box per un problema al tendine d’Achille. In tal modo, l’80% dell’ingaggio del difensore danese è stato sufficiente per coprire il tesseramento di Dani Olmo fino al 31 dicembre 2024. Nel frattempo, però, Christensen è guarito ed è tornato a disposizione dei blaugrana, motivo per cui i requisiti che hanno fatto scattare l’art.77 sono venuti meno.

Quando Marc-André Ter Stegen patì il 23 settembre scorso la rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro, durante la sfida contro il Villarreal, il Barcelona chiese di poter ricorrere nuovamente all’art.77. LaLiga acconsentì alla richiesta; di conseguenza, il Barça utilizzò l’80% dello stipendio del portiere tedesco per registrare il suo sostituto. Con il margine generatosi in seguito all’applicazione della norma, però, il club catalano ne ha approfittato per mettere in regola la situazione salariale di altri componenti della rosa.

La società catalana, difatti, ha messo sotto contratto Wojciech Szczęsny e, al contempo, è riuscita a fare in modo di poter schierare Dani Olmo e Pau Victor anche dopo il ritorno di Christiansen. A questo punto, però, la vicenda si fa poco chiara. In una nota ufficiale la dirigenza del Barça ha dichiarato che un organo non competente e non legato a LaLiga, ancora oggi non meglio specificato, ha fatto pressioni e indotto il Comitato Esecutivo della Liga a cambiare il regolamento. Così, i fondi che il Barcelona aveva riservato ai due giocatori spagnoli sono improvvisamente stati bloccati.

Il Barcelona ha intenzione di andare a processo e di far valere le proprie ragioni in sede legale. Anche perché ulteriori vicende hanno alimentato le polemiche da parte dei blaugrana. Una riguarda, per esempio, l’accordo di sponsorizzazione stipulato dal presidente Joan Laporta con una società araba per i posti VIP del prossimo Spotify Camp Nou Stadium. L’accordo, che avrebbe portato 100 milioni di euro nelle casse del club, è stato rifiutato dalla Liga il 30 dicembre poiché i termini di dilazione dei pagamenti non risultano conformi. Senza che cambiassero effettivamente i termini dell’accordo, però, la stessa Liga è poi tornata sui suoi passi e nella giornata di ieri ha dato il suo placet, dichiarando comunque “fuori tempo massimo” l’iter burocratico e negando quindi la possibilità di registrare i due giocatori.

Il Barcelona in estate ha sbagliato ad acquistare a quella cifra un giocatore che non era sicuro di registrare. Addossare tutte le responsabilità ai blaugrana, però, non è corretto: perché la Liga ha cambiato in modo repentino le regole? La società catalana ha davvero avuto la possibilità di registrare liberamente i suoi due tesserati?

Il Barcelona si appellerà al Consejo Superior de Deportes, l’agenzia governativa spagnola atta alla gestione delle manifestazioni sportive, ed è ottimista sull’ottenere la misura precauzionale per registrare Dani Olmo e Pau Victor la prossima settimana. Comunque vada, questa storia lascia tante contraddizioni e davvero poca chiarezza. Ciò che è certo, però, è che Dani Olmo (e Pau Victor) sono state vittime della malagestione di tutte le parti coinvolte nella vicenda.


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Di Edoardo Viglione

Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino con ogni fibra del proprio corpo, ha un’adorazione sfrenata per La Masia e per i mancini di Lionel e Lamine.

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