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Coman, una Champions per dimenticare gli infortuni

A dicembre l’ennesimo infortunio tra tante incertezze. Ora la gioia, contro il suo passato. Kingsley Coman è stato il MOTM della finale di Champions League 2019/2020.

Kingsley Coman aveva giocato neanche un’oretta complessivamente tra Barcellona e Lione. Hansi Flick lo ha buttato titolare dall’inizio, un po’ a sorpresa, contro il Paris Saint-Germain in finale. L’ennesima scelta azzeccata dell’allenatore di Heidelberg. Il classe 96′ ha messo in serie difficoltà Kehrer nell’uno contro uno e ha segnato il goal decisivo per la conquista della Champions League contro la sua ex squadra.

Contro gli infortuni

Kingsley Coman è un ragazzo davvero di talento, abile nello dribbling, scattante, veloce. Con PSG, Juventus e Bayern Monaco, anche se sono ovviamente grandi club, ha vinto ben 9 campionati di fila. Tanti meriti e anche un po’ di fortuna, cosa che non possiede, però, quando si parla di infortuni. Troppi per un ragazzo di 24 anni. Nel 2018 si è rotto per ben due volte il legamento sindesmotico della caviglia.Tornato da quel l’infortunio, diceva: “Un altro infortunio? Un’altra operazione? No, forse cambierei vita, direi addio al calcio…”. A dicembre 2019, la sfortuna sembrava ancora tormentarlo e nella partita contro il Tottenham dei gironi di Champions League il suo ginocchio si è girato in maniera completamente innaturale.

Si pensava già ad un lungo stop, ad un operazione, ad un possibile ritiro. Tutti noi abbiamo solo sperato di rivederlo correre felice nella sua fascia, la sinistra. L’infortunio alla capsula articolare è stato meno grave del previsto e, in poco meno di due mesi, il francese ha recuperato.

Non sono ancora vecchio, ma so cosa significa giocare ogni tre giorni. Non posso più fare uno scatto al minuto per dieci partite di fila. Sono maturato molto. Sento di essere in un club che ripone ancora fiducia su di me nonostante tutti gli infortuni avuti e la cosa è molto importante per me“.

Kingsley Coman

I muscoli però sono di cristallo e tra uno stiramento e vari problemini, Coman rimane spesso ai box, così come successo nel ritorno dei quarti con il Chelsea.

Coman abbatte Parigi

Coman ha dovuto affrontare contemporaneamente in finale la sua ex squadra, la sua prima squadra e la squadra della sua città, a dirla tutta. Spinto dal padre Christian, entra a far parte del Paris Saint-Germain all’età di 8 anni. A 16 anni, 8 mesi e 4 giorni invece esordisce con la maglia dei parigini contro il Sochaux, diventando il calciatore più giovane del PSG a giocare una partita di campionato in Ligue 1.

Viene nominato pure due volte miglior giovane calciatore francese. Quando sembra che quello tra Coman e il PSG possa rivelarsi un matrimonio a lungo termine, ecco che appena maggiorenne, nella stagione 2014 decide di non rinnovare il suo contratto con il PSG e andare alla Juventus. Da Torino poi si trasferisce in Baviera. E mai e poi mai Coman aveva pensato di decidere una finale di Champions League con un suo goal, contro la sua ex squadra. Robe impensabili. Cosa gli sarà passato quando ha ricevuto e impattato di testa lo splendido cross di Kimmich? La volontà di non smettere mai nonostante le difficoltà, forse.

Un giusto premio ad un ragazzo talentuoso, ma poco fortunato con gli infortuni. Una sorta di liberazione per tutte le sofferenze passate in questi anni. Nella notte di Lisbona, forse la più bella della sua vita, Kingsley Coman è stato nominato Man of The Match, il secondo più giovane dal 2000, dietro solo a Lionel Messi nel 2011. Inoltre, ha messo in bacheca il suo 20esimo trofeo in carriera. A 24 anni, mica male…


Il meglio del calcio internazionale su Sottoporta: Koeman: l’uomo giusto al momento giusto

Fonte copertina: uefa.com

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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