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Tornei per club

Fenix Trophy, altro che Champions League

Il Fenix Trophy è la Champions League dei dilettanti. Cos’è precisamente? Com’è nata? Che squadre partecipano? Ci ha risposto direttamente il presidente del club promotore. E siamo andati a vedere una partita dal vivo…

Una partita del Fenix Trophy vale come la Champions League. Un’atmosfera elettrica, una passione senza limiti e una mission che è un vero manifesto del calcio slegato dal grande business. La stagione 2021/2022 ha rappresentato una svolta importante per le manifestazioni UEFA, aggiungendo alla Champions League e all’Europa League, una terza competizione, la Conference League.

Il manifesto del logo del Fenix Trophy (fonte: Sottoporta)

Non tutti sanno, però, che il massimo ente del calcio europeo ha garantito il pieno appoggio e l’approvazione anche ad un altro torneo. Il Fenix Trophy, appunto. E una piccola, splendida realtà italiana è stata l’artefice di tutto ciò.

Che cos’è il Fenix Trophy?

Il Fenix Trophy è un torneo a inviti, più per affinità di sentimenti, di amicizia, di valori che di conquista sul campo. Se siamo simili ad un’idea di Superlega? Più o meno è così, ma lì comanderebbero solo i soldi. Per farti capire realmente cosa siamo, basta recitare il nostro slogan: «Making friends, not millioners». Tradotto: «Fatevi amici, non milionari»”.

A guidarci alla scoperta di tale torneo è Alessandro Aleotti, Presidente del Brera FC, squadra promotrice della competizione. Fondato nel 2000 ed eletto “terza squadra di Milano”, nel corso degli anni il Brera si è contraddistinto per le sue iniziative in campo sociale. Uno dei primi progetti, per esempio, è stato Free Opera, attraverso il quale il Brera, durante la stagione 2003/2004, ha gestito e fatto partecipare una squadra interamente composta dai detenuti del carcere di Opera al campionato di Terza Categoria.

Un caso simile è avvenuto poi nella stagione 2006/2007, quando la società del presidente Aleotti ha iscritto al campionato CSI una squadra formata da alcuni minori ospiti di comunità-famiglia, con l’obiettivo di favorire la loro integrazione nel tessuto sociale. Per tutti i nobili progetti che il Brera ha svolto negli anni, nel giugno 2007 la squadra neroverde è stata premiata alla Scala di Milano con il prestigioso riconoscimento “Milano produttiva” della Camera di Commercio.

“Il nostro obiettivo non è quello di salire come le altre società dilettantistiche, non deve essere un ossessione, ci interessa relativamente poco la categoria in cui giochiamo. Preferiamo essere una realtà che produca divertimento, gioia, soddisfazione e senso di comunità”.

Il Presidente Alessandro Aleotti

Il simbolo del trofeo è una fenice, la creatura leggendaria che risorge e si rigenera dalle proprie ceneri. Fenix è anche un acronimo, che racchiude i tratti distintivi di tale competizione. F sta per Friendly, E per European, N per Non Professional, I per Innovative e X per Xenial. Quest’ultimo aggettivo deriva dal termine greco ξένος, il quale rimanda sia al concetto di straniero, sia a quello di ospitalità, ovvero ad un atteggiamento favorevole e amichevole dell’ospite, inteso sia come colui che ospita che come colui che viene ospitato.

E non a caso tutte le squadre partecipanti, quando giocano in casa, offrono tutta l’ospitalità possibile agli avversari, coprendo le spese dell’hotel, del cibo e del festoso terzo tempo che viene organizzato dopo il triplice fischio dell’arbitro.

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“Ospitare le squadre pesa un pochino, ma in maniera sopportabile. È soprattutto un piacere. Anche se contiamo di avere in futuro dei buoni sponsor.

Ma come è venuta l’idea di una Champions League per squadre dilettanti?

È un po’ frutto del lockdown. I campionati si sono fermati e tutti quelli che si occupano di calcio per passione come noi, non potendo fare altro, immaginano e fantasticano come si possa migliorare la vita della propria squadra. Abbiamo riflettuto. Cos’è che ci manca rispetto all’Inter e al Milan? I soldi, ok, ma magari giocare anche le coppe europee… ed ecco qua. La Champions League per i dilettanti non esisteva e ce la siamo inventata.

Le squadre e il torneo

I partecipanti al Fenix Trophy sono otto. Sono tutte squadre cult, iconiche e sostenibili, che vedono nel calcio un’opportunità di condivisione e inclusione e che hanno un fortissimo legame con la comunità locale. Alcune sono gestite direttamente dai tifosi e rappresentano un modello calcistico alternativo, imperniato su progetti sociali e culturali.

Abbiamo scelto sette squadre particolari che ci somigliassero, che avessero storie e progetti importanti non dal punto di vista della qualità calcistica, ma sotto altri aspetti. Non è stato facile trovarle, perché abbiamo scelto dal sesto all’ottavo livello della piramide calcistica. Volevamo invitare, per esempio, il Tasmania Berlino, ma loro stanno in quarta serie e non sarebbe stato equilibrato. L’anno prossimo però puntiamo a bissare e a raggruppare più fasce possibili in tutto il panorama dilettantistico.

Alessandro Aleotti

Delle otto squadre che partecipano al Fenix Trophy, solo l’Italia può vantare due rappresentanti. Oltre al Brera, è infatti presente l’AS Lodigiani 1972, squadra di Roma, apprezzata negli anni per il suo modello di valorizzazione dei giovani. Francesco Totti e Luca Toni, per esempio, sono cresciuti nella squadra della Borghesiana prima di scrivere pagine importanti del calcio nostrano e divenire Campioni del Mondo nel 2006 con la Nazionale Italiana.

La Lodigiani è l’unica squadra ad avere un passato nei campionati professionistici insieme agli olandesi dell’AFC DWS. L’Amsterdamsche Football Club Door Wilskracht Sterk è stata, nel lontano 1964, la prima società a vincere l’Eredivisie da neopromossa, un’impresa mai più eguagliata nei Paesi Bassi. Nel 1972 si sarebbe fusa con il Blauw Wit per creare un nuovo club, l’FC Amsterdam, nel quale sarebbe confluito nell’anno successivo anche un’altra squadra della capitale, il Volewijckers. L’FC Amsterdam può vantare anche una partecipazione in Coppa UEFA, ma si sciolse appena dieci anni dopo la sua fondazione. Il DWS continuò comunque a militare nei campionati amatoriali, partendo dalla 3e klasse. Mantenne la sezione giovanile, che negli anni a seguire avrebbe prodotto alcuni famosi calciatori come Rob Rensenbrink, Frank Rijkaard e Ruud Gullit.

Una delle squadre con più seguito è senza dubbio lo United Of Manchester, fondata nel 2005 da un gruppo di ribelli tifosi dei Red Devils che non apprezzarono di buon grado l’avvento della famiglia Glazer.

Su Sottoporta Review #2 c’è un pezzo interamente dedicato allo United Of Manchester

Un discorso simile si può estendere all’HFC Falke, nato come “alternativa” al calcio commerciale odierno. Nel 2014 alcuni tifosi dell’Hamburger SV, uno dei club più antichi e prestigiosi di Germania, decisero di allontanarsi da una società che sembrava aver intrapreso delle iniziative ascrivibili più ad un’azienda che ad una squadra di calcio. Non è un caso che il club sia gestito solamente dai membri iscritti e che siano vietati gli investimenti di figure esterne. Né, peraltro, bisogna sorprendersi che qualsiasi scelta venga intrapresa attraverso una votazione democratica.

È un club spiccatamente democratico anche l’AKS ZŁY, fondato nel 2015 grazie alla volontà di alcuni clienti abituali di un famoso pub di Varsavia. L’Offside è considerato un importante punto di ritrovo, noto soprattutto per i concerti punk rock e per trasmettere partite di calcio live. Dopo aver fatto visita proprio al club di Amburgo, hanno deciso di costituire un club “cattivo” (tale è il significato di zły in polacco) che è contro l’estrema destra polacca e il calcio moderno, ma a favore, tra le altre cose, del multiculturalismo e dell’uguaglianza di diritti fra uomini e donne. Adesso l’Offside è la sede ufficiale del club, che si finanzia attraverso concerti ed eventi culturali.

Nell’Est-Europa troviamo anche i Praga Raptors, club ceco che accoglie giocatori, allenatori e membri dello staff di tutte le etnie (più di 50 le nazionalità presenti), credenze, generi e orientamenti sessuali. La mission principale del club è educare e ispirare la prossima generazione di giovani calciatori. Tanti i progetti promossi dalla società ceca, tra cui Micro Raptors, l’accademia calcistica per i giovani, Fare Network e FootballvHomophobia, volti a sensibilizzare il pubblico sulla forte discriminazione presente nel mondo del calcio e a combatterla attraverso lo sport.

Sono presenti, infine, gli spagnoli del CD Cuenca-Mestallistes, ideato da alcuni amici che si erano ritrovati nel maggio del 1925 in via Cuenca, a Valencia. Il club, nel proprio statuto, “propone, attraverso il calcio amatoriale e la formula dell’azionariato popolare, di offrire un rifugio sentimentale a tutti i fan disincantati”. È il più antico club amatoriale della zona di Valencia, nonché quello con il legame più diretto con i Blanquinegres, e promette solennemente che “promuoverà e si occuperà sempre dei bisogni e delle preoccupazioni nella vita quotidiana della comunità che lo ospita”.

Il Fenix Trophy è cominciato a settembre 2021 e durerà fino a maggio del 2022, con le finali assolute di Rimini. Le squadre sono state divise in due gruppi da quattro. Al termine delle gare di andata e ritorno, la prima del girone A sfida la prima del girone B, la seconda del girone A sfida la seconda del girone B e così via, fino a comporre la classifica finale. Nota dolente è il ritiro degli olandesi dalla competizione, che hanno chiuso all’ultimo posto nel girone B.

Nella partita del 21 aprile contro l’AKS, abbiamo assistito alla prima vittoria del Brera tra le mura amiche, dopo la sconfitta poche settimane prima contro lo United Of Manchester. Cornice è stata la leggendaria Arena Civica, impianto famoso per aver ospitato la prima partita della storia della Nazionale di calcio italiana (6-2 alla Francia nel 1910).

È stata una partita godibile, che si è sbloccata solo nel secondo tempo grazie ad un fortunoso goal di Vitale. Sugli spalti i tifosi dei polacchi hanno incitato i propri beniamini con dei cori sulla scia delle hit internazionali più in voga della storia. D’altro canto, non sono mancati gli applausi e gli incitamenti del pubblico di casa, sempre pronto a sostenere il Brera in qualunque contesto. Un’atmosfera bellissima, di festa e di pura passione. Alla fine il calcio è questo. Il Fenix Trophy è un’iniziativa davvero lodevole.


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Foto di copertina: PSM SPORT

Di Cosimo Giordano

Opinionista sportivo nel tempo libero, founder di Sottoporta, amo la pizza e il calcio internazionale. Sono quel tipo che ogni tanto ripensa alla carriera di Pauleta e che va a curiosare sulle rose del campionato australiano.

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