Una bella intervista a tema sloveno al terzino Andraž Struna, fratello di Aljaz, una vecchia conoscenza del calcio italiano.
Il mondo dei social è bello perché puoi avvicinarti alle persone come mai fatto prima. Un semplice like ricevuto, una conversazione piacevole e la gentilezza di Andraž Struna a concederci una ricca intervista sulla sua carriera e sul calcio sloveno.
Gli inizi a Pirano e lo scudetto con il Koper
Nato il 23 aprile 1989 a Pirano, Struna è un terzino destro, ma può spostarsi all’occorrenza anche sull’altra fascia. Andraž ha mosso i primi passi spinto dalla semplice passione per il pallone. “Iniziai a giocare da molto giovane, avevo circa 6 o 7 anni. Giocavo nel campetto della chiesa, con alcuni amici, e poi iniziai ad allenarmi con la squadra locale: il Piran. A 16 anni venni selezionato dal FC Koper, dove capii che avrei potuto perseguire una carriera da professionista”. Ma quanto è seguito il calcio in Slovenia? “Non posso dire che sia lo sport nazionale, ma è sicuramente quello più praticato e più seguito. La Slovenia ha ottenuto ottimi risultati anche nella pallacanestro – vincendo l’ultimo Europeo, nel 2017 – e nella pallamano, ma se si qualificasse per una grande competizione di calcio, i festeggiamenti sarebbero ancora più grandi”.
Dopo il Piran, come già detto, Struna esordisce nel calcio professionistico con il Koper, nella città che possiede il principale porto del paese, affacciato sul mare Adriatico. Nel 2009/2010 i Kanarčki (i Canarini) vincono il loro primo storico scudetto. “Fu divertente, perché l’anno prima evitammo la retrocessione per il rotto della cuffia. Eppure, l’anno seguente vincemmo il titolo. Ho imparato molto durante quella stagione. Avevo dei compagni ambiziosi e dalla mentalità vincente. Vincemmo tutte le partite nel precampionato e le prime della stagione vera e propria. Cominciammo a credere di potercela fare. Io ero ancora molto giovane, avevo 20 anni, ma giocavo titolare e fu fantastico“.
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Con lui al Koper c’era il fratello Aljaz, passato in Italia con le maglie di Varese, Palermo e Carpi. “Siamo molto legati e parliamo frequentemente. Ci piace aiutarci a vicenda e ascoltare le opinioni dell’altro. Ovviamente il calcio è un argomento ricorrente, parliamo spesso di schemi tattici e di metodi di allenamento“. Nel debutto del Koper in Champions League, nel preliminare contro la Dinamo Zagabria (perso poi complessivamente 5-4 ndr), Andraž parte titolare, per poi lasciare spazio al 54′ proprio al fratello Aljaž. “Fu grandioso: si trattava del primo match davvero importante per me e per il club. Ero molto eccitato per l’occasione, e fu un grande momento“.
Dopo l’Europa, l’MLS con NY
Dopo il Koper arrivano tre importanti esperienze tra Polonia, Grecia e Scozia. “Di partite emozionanti ce ne sarebbero molte. Metterei al primo posto il derby di Cracovia, in cui battemmo il Wisla nel nostro stadio per 1-0. La stracittadina è molto importante per il club e i suoi tifosi, perché sancisce la supremazia nella città. Al secondo posto un altra partita in casa, con il Pas Giannina contro i favoriti dell’Olympiacos. Vincemmo 3-1 grazie ad una grande prestazione di squadra, c’era un’energia speciale quel giorno. E ovviamente non può mancare Hearts contro Glasgow Rangers, 4-1. Stadio pieno, atmosfera incredibile“.
Nel 2017 arriva una grande svolta nella carriera di Andraž Struna. Lo sloveno lascia l’Europa e sbarca oltreoceano, nell’esotica e ricca MLS. “Al termine del mio contratto con gli Hearts mi ritrovai svincolato durante l’estate. Gli scout del New York City contattarono il mio agente e mi mostrai interessato sin da subito. Ci volle qualche settimana per ufficializzare il tutto, più di quanto richiederebbe solitamente un trasferimento in Europa, perché dovetti aspettare il permesso di soggiorno statunitense“.
Arrivato nelle ultime battute della stagione regolare, Andraž debutta contro il Colorado e totalizza cinque presenze. Nei play-off gioca l’ultimo quarto d’ora nell’andata persa 4-1 contro i Columbus Crew. Al ritorno è titolare, segna pure il 2-0, ma il cammino dei newyorkesi si interrompe lì. Dopo qualche mese si sarebbe trasferito a Cipro, per giocare con l’Anorthosis, ma l’esperienza americana gli ha dato tanto. Soprattutto perché nei “Boys in Blue” aveva avuto l’onore di stare mezzo a dei veri campioni.
Come vivono gli americani il “soccer” rispetto a noi europei? “Negli Stati Uniti c’è meno pressione per i risultati sportivi. I giocatori sono ambiziosi e motivati, ma non stressati. La Major League Soccer non prevede retrocessioni, quindi la competizione è meno snervante. I fan vengono allo stadio per divertirsi: raramente si verificano episodi di violenza. In Europa la pressione è maggiore: i risultati determinano la ragione di essere del club e da questi dipende la loro situazione finanziaria. Inoltre lo spettro della retrocessione mette ulteriore pressione ai club e ai loro tifosi“.
La Slovenia di Andraž Struna
Con la nazionale slovena ha inoltre giocato 27 partite, segnando pure un goal contro San Marino nel match per le qualificazioni ad Euro 2016. “Segnai per il mio paese, una sensazione meravigliosa. Non so se è stata la migliore, ma sicuramente fu una grande soddisfazione“. Il calcio sloveno sta cercando di farsi largo tra le realtà emergenti in Europa. Un buon segno è stata la promozione della squadra di Matjaž Kek alla Lega B di Nations League. “La Nazionale è in crescita e sta facendo bene. Ha avuto un ottimo percorso in Nations League e vedo un grande potenziale. Le squadre di club stanno migliorando e ogni anno ci sono più giocatori di qualità, sia prodotti dei nostri vivai che calciatori provenienti dall’estero. Tuttavia non procediamo ancora alla velocità desiderata: le infrastrutture sono poco sviluppate e gli investimenti bassi. Trovare degli sponsor è un ostacolo serio per le squadre“.
In Nazionale è stato compagno di Josip Ilicic, l’attuale stella del calcio sloveno. “È una persona generosa, di compagnia e sempre pronta ad aiutare il prossimo. È un giocatore che aggiunge valore ai club nei quali gioca, conquistando un ruolo importante. Il suo modo di giocare ha qualcosa di romantico: il controllo, il modo in cui accarezza il pallone, i dribbling… Giocare con lui e vederlo giocare sono esperienze uniche“.
Adesso Andraž è alla Triestina, reduce dall’esperienza al Voluntari, in Romania. Da Koper, tradotto Capodistria in italiano, a Trieste. Non ci resta che chiudere con un estratto dell’Alcyone di Gabriele D’Annunzio: “Settembre, il tuo minor fratello Aprile fioriva le vestigia di San Marco a Capodistria, quando navigammo il patrio mare cui Trieste addenta co’ i forti moli per tenace amore. Capodistria, succiso adriatico fiore!».
Intervista a cura di Cosimo Giordano. Si prega gentilmente di citare Sottoporta in ogni riproduzione su altre parti.
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Fonte immagine di copertina: IG Andraž Struna