Uno dei pochi lati “positivi” della spedizione francese: il Griezmann difensore.
La catastrofica campagna europea della Francia non lascia spazio a molte interpretazioni. Gli uomini di Deschamps erano gli strafavoriti per la vittoria finale e invece sono già fuori. Nel processo ai transalpini emerge la figura di Griezmann, che si è fatto notare più per la sua abnegazione in fase difensiva che per gol e assist realizzati.
A pochi mesi dai mondiali di Qatar oggi improvvisamente non si sa se Deschamps siederà per molto nella panchina francese. Sicuramente continuerà ad indossare la maglia numero 7 Antoine Griezmann, detto Grizou. Alla vigilia di questa edizione itinerante, l’attaccante del Barcellona era annunciato come uno dei quattro tenori francesi che avrebbero ucciso il torneo. Così, evidentemente, non è stato. Ma nelle quattro partite giocate dai “galletti” abbiamo scoperto un giocatore che è capace di soffrire, di recuperare palloni, di sacrificarsi per la squadra e inseguire il diretto avversario. Abbiamo riscoperto il giocatore che aveva fatto innamorare il Cholo Simeone e che forse ci eravamo un po’ dimenticati, anche a causa delle difficoltà riscontrate in blaugrana.
Il ruolo di Griezmann nel 4-3-3
Il progetto della vigilia di Didier Deschamps prevedeva un 4-3-3 con Benzema ritrovato in attacco e il duo formato da Griezmann e Mbappè alle sue spalle. Il numero 7 avrebbe dovuto agire nel mezzo spazio sinistro, là dove al Barcellona fatica a trovare la sua mattonella, occupata da un altro glorioso inquilino. All’esordio con la Germania, in quella che sarà l’unica vittoria dei transalpini a questi Europei, Grizou viene schierato nel suo ruolo giocando un’ottima partita, condita da 3 passaggi chiave e compiti di regia che l’hanno costretto a muoversi da zone sempre più arretrate del campo.
Da lì Grizou si è associato bene con Pogba e Pavard, creando un triangolo che ha messo in difficoltà la Germania, pur in una partita in cui la Francia ha dovuto contenere le folate tedesche riuscendo a mantenere il minimo vantaggio. Così si sono visti i primi sprazzi del numero 7 in fase difensiva, bravo ad accompagnare Pavard e Pogba a contenere le incursioni di Gosens.
Il passaggio al 4-2-3-1
Nella partita col Portogallo, dopo l’1 a 1 con l’Ungheria, Deschamps decide di passare al 4-2-3-1 schierando Tolisso nominalmente nel tridente dietro a Benzema, con Grizou da trequartista centrale. Ne è venuta fuori una grande prestazione difensiva del numero 7 che ha completato 4 tackle e vinto 5 contrasti su 8 tentati. Un quarto delle palle intercettate dai francesi è provenuto proprio dal giocatore del Barcellona, che ha brillato proprio in fase di copertura dagli attacchi dei lusitani.
Al nono minuto della partita contro CR7 e compagni, Griezmann si è reso protagonista di un tackle spettacolare su Diogo Jota con la foto dell’intervento che ha fomentato i nostalgici dell’Atletico del Cholo in cui Grizou era leader indiscusso.
Il tracollo elvetico
La clamorosa sconfitta patita ai calci di rigore per mano degli uomini di Petkovic non deve nascondere la prestazione dell’ex Real Sociedad che ha vinto 5 contrasti su 6 tentati e 2 dribbling su 2 tentati. Una partita complessivamente opaca dei transalpini che, però, a 9 minuti dal termine, conducevano ancora per 3 a 1. Poi il gol di Seferovic ha riportato all’attenti Deschamps il quale, impaurito dagli attacchi rossocrociati, ha inserito Sissoko proprio al posto di Griezmann.
Al 90° minuto il clamoroso gol di Gavranovic ha rimesso la partita in equilibrio e, con Griezmann fuori e Benzema e Coman acciaccati, i “galletti” non sono più riusciti a riportarsi in vantaggio cadendo poi dagli 11 metri.
Gli Europei di Antoine Griezmann
Nella formazione extra-lusso portata da Deschamps a questi Europei, Griezmann avrebbe dovuto svolgere compiti prettamente offensivi e di regia. Dopo quattro partite, invece, le statistiche dicono che il suo è stato un Europeo da recupera-palloni, impiegato perlopiù in fase difensiva.
Se da un lato questo dato fa ben sperare i tifosi del Barcellona (in Liga Grizou rimane comunque uno dei migliori nei tackle riusciti), dall’altro ci fa interrogare sulla bontà del modello costruito da Deschamps. Gli spazi lasciati alle spalle dell’ex Atletico si sono rivelati alla lunga troppo ampi da gestire per il solo Pogba e la religiosa dedizione di Antoine al ripiegamento difensivo alla lunga ne ha inficiato la letalità negli ultimi 20 metri.
L’eliminazione clamorosa della Francia pone dei grossi dubbi sul futuro di Deschamps sulla panchina d’oltralpe e chissà che con un sorprendente cambio alla guida pre-Qatar non possano esserci grosse novità anche dal punto di vista tattico.
D’altronde profili come quelli di Zinedine Zidane o Àrsene Wenger fanno gola alla federazione francese e forse, chissà, anche ad Antoine Griezmann. Per tornare a farsi notare in rifinitura e finalizzazione e non prevalentemente per tackles e contrasti vinti.
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Foto immagine di copertina: profilo Instagram Antoine Griezmann