Bafétimbi Gomis è ancora uno splendido goleador in Arabia Saudita. Ma anche un personaggio di spicco, tra l’amore per il caffè arabo, svenimenti in campo ed esultanze spaventose.
Cosa accomuna Bafétimbi Gomis a Marco van Basten, Lionel Messi, Andrij Shevchenko, Zlatan Ibrahimović, Robert Lewandowski, Simone Inzaghi, Ruud van Nistelrooy, Dado Pršo, Mario Gómez e Josip Ilicic? Semplice, il fatto di aver segnato un poker di goal in Champions League. È il 7 dicembre 2011 e l’attaccante del Lione rifila quattro dei sette goal in totale alla Dinamo Zagabria, nell’ultima partita della fase a gironi.
I 95 goal in 244 gare con l’OL lo portano nel 2014 in Premier League, sponda gallese, allo Swansea City. In due stagioni, Gomis ha un rendimento sotto le aspettative e il ritorno in Ligue 1 è scontato per riprendersi. I 20 goal al Marsiglia lo indirizzano successivamente alla corte del Galatasaray, con cui vince sia titolo di campioni di Turchia sia il titolo di capocannoniere, con 29 reti messe a referto.
Un gahwa per un goal
Riyad è la capitale dell’Arabia Saudita, un paese in cui il calcio è in costante sviluppo, attraendo giocatori importanti grazie ai suoi soldi. L’Al Hilal contatta Bafétimbi Gomis e per 7 milioni di euro lo strappa ai turchi. Bafétimbi è un personaggio molto estroverso, simpatico, a tratti vivace, e sin da subito si è trovato bene in territorio arabo. Soprattutto perché può usufruire del gahwa, il caffè arabo, di cui è follememte innamorato.
Non è solo per dettagli così che Bafétimbi Gomis si è fatto subito volere bene dai tifosi dell’Al Hilal. Ma anche, e soprattutto, per i goal, ben 48 in due Saudi Professional League disputate, la prima vinta quest’anno bucando la rete per 27 volte. Tante reti, ma che non gli sono valse purtroppo il titolo di capocannoniere, vinto dal marocchino Hamdallah dell’Al Nasr.
Nel 2019, la punta di La Seyne sur Mer trascina la squadra araba alla conquista della Champions League asiatica, risultando essere l’MVP e il capocannoniere della competizione con 11 goal. Eppure, nella semifinale contro i qatariodi dell’Al-Sadd, la squadra allenata da Xavi, Gomis combina un mezzo pasticcio. Sono un po’ di gare che Bafétimbi Gomis rimane a secco in AFC. Quale miglior modo di sbloccarsi se non nell’andata delle semifinali? Al 14′ Gomis mette la palla in rete. Ma nella sua porta. Un autogol di ginocchio, causato per cercare di anticipare un cross deviato che arrivava dalla sinistra. I tifosi non si aspettavano minimamente che il loro bomber regalasse il vantaggio ai rivali.
Gomis è però ancora una volta il vero ago della bilancia della squadra. Una sua doppietta, con il primo goal realizzato grazie all’assist di Sebastian Giovinco, consente agli arabi di espugnare il campo dell’Al Sadd. Il ritorno, finito 2-4 per la squadra del Qatar, ma con un fondamentale goal di Gomis messo a segno, spedisce l’Al Hilal in finale. Tra andata e ritorno gli Al-Za‘īm rifilano complessivamente tre goal ai giapponesi dell’Urawa Red Diamonds. La firma dello 0-2 al ritorno, al 93esimo minuto, è di Gomis. Non poteva mancare lui. E a fine partita, bidoni di gahwa per festeggiare.
Il suo problemino di salute
Gomis, nonostante sia un’atleta in forma e monitorato costantemente, soffre spesso di sincope vasovagale. È una situazione in cui si presenta un improvviso calo della frequenza cardiaca, che abbassa drasticamente la pressione del sangue. E il flusso sanguigno ridotto al cervello fa svenire il malato. La condizione può essere causata da stress e dal calore. Dopo aver fatto preoccupare i tifosi dello Swansea nel 2015 contro il Tottenham e quelli del Galatasaray, anche in Arabia Gomis ha sofferto di questa sincope in campo. Nella partita contro l’Al Ahli di agosto 2020, al 13′ Bafétimbi Gomis crolla a terra. Sono attimi di preoccupazione.
Il francese ha visibilmente fastidi al petto. Per lui è un’abitudine. Dopo un po’, rassicurando tutti sulla sua salute, Gomis riesce a riprendere a giocare e a finire l’intera partita, persa però 2-1.
La “Panther walk” di Bafétimbi Gomis
Quella di Bafétimbi Gomis è un’esultanza molto particolare. Dopo aver segnato, si mette a quattro zampe e cammina imitando “il passo della pantera“. Questa esultanza proviene dai tempi del Saint-Etienne, il club con cui ha iniziato la sua carriera giovanile. E il motivo è legato a Salif Keïta, considerato uno dei più grandi giocatori ad aver vestito la maglia dei verts, autore di 125 goal in 149 partite, che hanno aiutato il club francese a vincere tre scudetti a fine anni ’60. Il soprannome di Keïta, zio di Seydou Keita e Mohamed Sissoko, è stato proprio “La pantera nera“, un nome che ha ispirato la celebrazione di Gomis.
Non sempre però l’esultanza di Bafétimbi è risultata simpatica e gradevole. Chiedere ad un giovane raccattapalle arabo, che dopo un goal di Gomis contro l’Al-Ittihad, nel 2019, è rimasto pietrificato vedendo l’attaccante avvicinarsi verso di lui con un passo “minaccioso”, e poi è fuggito. Gomis non voleva mica spaventarlo, ma la prassi della “Panther walk” è da sempre così. Dopo il fischio finale, il giocatore è andato a cercare il giovane raccattapalle e gli ha regalato la sua maglia, scrivendo poi ironicamente sui social che non mangia i bambini.
Di sicuro un personaggio unico, con cui non ci si può mai annoiare. L’Al Hilal gli ha recentemente prolungato il contratto fino a giugno 2022. Per Bafétimbi Gomis, le avventure arabe non sono ancora finite.
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Fonte copertina: staddoha.com