Ci sono storie che saltano all’occhio solo quando svolgono un ruolo imprevisto nell’equilibrio collaudato di un sistema. Sotto questa luce abbiamo approfondito l’esempio del Malawi
Il principio citato poc’anzi si applica tante volte allo sport. Outsider, underdog, upset: parole che hanno preso campo e che sentiamo sempre più spesso nelle cronache calcistiche, a dimostrazione di quanto il concetto di “imbucato” in un torneo rischi di assumere un significato mediatico a favore dei mezzi di comunicazione stessi, e non di punto di partenza per un reale sviluppo di un certo movimento. Ma quanti hanno davvero l’interesse di scoprire realtà ancora nell’ombra? Realtà che forse vi resteranno ancora a lungo, racchiuse in una quotidianità difficile e, magari, in piccole gioie per un pallone che rotola. Andiamo dunque alla scoperta del Malawi.
Malawi paese del 2020, ma ora…
A soffermarsi rapidamente sulla situazione del Malawi ci ha pensato l’Economist. Il noto giornale – nel 2020 – ha posto questo stato, a tanti sconosciuto, in cima alla classifica mondiale del “Paese dell’anno“. Il merito? Quello di essere stato fra i pochissimi luoghi dove i diritti umani e la democrazia sono progrediti fra l’inizio della pandemia di Covid e il settembre seguente.
Il paese conta 19 milioni di abitanti, di cui il 70% vive nelle zone rurali, e oggi imperversa una profonda crisi economica. I prezzi sono alle stelle, il carburante praticamente irreperibile e la moneta locale sta affrontando una pesante svalutazione. Il Presidente Lazarus Chakwera ha così vietato a tutto l’organigramma ministeriale di fare viaggi all’estero, ritirandosi dagli appuntamenti internazionali.
Big Bullets campioni del Malawi
Nelle scorse settimane, le vicende calcistiche avranno fatto vivere qualche ora di spensieratezza agli appassionati. Il Nyasa Big Bullets, a fine novembre, si è infatti laureato campione della TMN Super League per la diciassettesima volta nella sua storia, la quinta consecutiva, al termine di una stagione comunque bella da seguire. Nel corso del campionato, rimasto aperto fino all’ultimo, difatti non si è assistito a un dominio dei vincitori. Essi hanno conquistato la matematica certezza solo all’ultima giornata, raccogliendo un pareggio per 1-1 contro i Silver Strikers. I biancorossi sono saliti così a quota 60 punti, a +3 proprio dai Bankers, festeggiando fra le mura amiche del Kamuzu Stadium.
Si tratta dell’ennesima affermazione in panchina per mister Kalisto Pasuwa, in carica da sei anni e precedentemente allenatore dello Zimbabwe, sua patria. Un successo che arriva malgrado la riduzione della forbice fra la capolista e le inseguitrici, e che consolida la superiorità dei Maule. L’obiettivo per il futuro sarà ora ben figurare nei preliminari della CAF Champions League.
Proprio in questa competizione, in estate, dopo aver eliminato gli equatoguineani del Dragón c’era stata una prevedibile e netta doppia sconfitta (0-1 e 4-0) in favore del molto più forte ed attrezzato TP Mazembe.
Sarà compito della dirigenza mantenere i pezzi pregiati di una squadra che in patria domina e fa riferimento al suo punto fermo in panchina. Il Nyasa Big Bullets vede i suoi migliori uomini nel terzino sinistro Gomezgani Chirwa e nei due centrali Clyde Senaji, keniota, e Precious Sambani. Senza dimenticare ovviamente la punta. Parliamo di Chinedu Philip Okafor, nigeriano, sfornato dai sudanesi dell’Al Shorta Al Qadarif e prelevato dall’Isa Town (seconda serie del Bahrein).
Farà invece rientro alla base Peter Banda, che ha terminato la sua stagione in prestito dal Simba. Tornare agli Msimbazi Street Boys, oltre ai titoli in Tanzania, gli offrirà la possibilità di mettersi in mostra in palcoscenici importanti a livello internazionale africano. Sarebbe bello rivedere in Europa quest’ala destra, all’occorrenza anche trequartista. La parentesi nel vecchio continente va da febbraio a giugno 2021, quando indossò la casacca dello Sheriff Tiraspol. Con i moldavi ha collezionato 15 presenze condite da 5 reti, vinto la Superliga e debuttato nei preliminari di Champions League.
Per la categoria “da blindare”, ci sono principalmente tre ragazzi con margini di crescita. I primi due, con il 21 alla voce riguardante l’età, sono il capitano Alick Lungu e il già nominato Mwaungulu. Robert Saizi, invece, di anni ne ha venti e può dire la sua, per quanto visto, in tornei dove l’asticella è più alta.
Gli altri protagonisti del campionato
A inseguire, i biancocelesti dei Silver Strikers. Stavolta il margine si è assottigliato, ma l’ultima volta che hanno alzato al cielo il trofeo risale ormai al 2014.
Terza piazza per i Mighty Mukuru Wanderers, la società più antica del Paese. Fondata nel ’62 da un gruppo di immigrati portoghesi tifosi del Porto gioca il derby di Blantyre, la sfida più seguita, con i Bullets. Qui spicca Robin Ngalande, che fu notato addirittura dall’Atlético Madrid, giocando nella Primavera e nella formazione C dei Colchoneros. La sua carriera è poi proseguita in Sudafrica, in Azerbaigian (allo Zirə) e in Etiopia.
Quarta posizione per il Chitipa United: i Leoni di Fort Hill non avevano mai fatto così bene. Adesso l’obiettivo dev’essere assestarsi e mettere la parola fine al saliscendi fra 1ª divisione (raggiunta per la prima volta nel 2016) e 2ª.
Seguono Kamuzu Barracks, team delle forze dell’ordine e Bangwe All Stars, all’esordio assoluto in TMN Super League.
Dal 7° al 14° posto, otto squadre in soli tre punti. Tra queste meritano una speciale menzione CIVO United – in rappresentanza dei servizi civili – MAFCO, acronimo di Malawi Armed Forces College, e le Blue Eagles. Quest’ultima compagine fu fondata dalla polizia come mezzo di connessione con lo sport è la comunità. Infine, proprio al 14° posto – retrocesso insieme a Red Lions e Mchinji Extreme – troviamo il Moyale Barracks. Si tratta di una squadra molto curiosa: ha infatti sede nei pressi del bosco Kaning’ina, termine che, in lingua locale, indica un luogo con nebbia costante e piogge abbondanti. Inoltre l’organigramma è formato da un Consiglio di anziani, un comitato esecutivo, l’area tecnica e dei delegati dai fan.
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Non c’è solo la Malawi Super League
La cadetteria è suddivisa in tre leghe regionali, cioè Southern Region FL, Chipuku Central Region FL e Simama Northern Region FL.
Alla Castel Cup, la coppa nazionale, prendono parte addirittura più di 930 club. 16 della Super League, 102 dalle Leghe regionali, e ben 816 dai Campionati distrettuali, che organizzano qualificazioni su base territoriali fra amatori d’ogni età.
La formula è a dir poco caotica, con migliaia di partite e un’intricata coordinazione che si ramifica fino ai campi sterrati, delimitati da qualche linea fortunosa di gesso, nelle aree rurali dello stato.
Sud, Centro e Nord hanno dei percorsi paralleli fino ai trentaduesimi di finale compresi, poi i percorsi si incrociano per dare vita al tabellone unico.
Per quanto riguarda la Nazionale, le ultime due uscite nella pausa di novembre sono andate bene, più del previsto: vittoria per 0-1 nella trasferta in Liberia, e poi sconfitta di misura, 1-0 contro la Tunisia, movimento di tutt’altra dimensione. Nel gruppo H delle qualificazioni al Mondiale 2026 ci sono anche Guinea Equatoriale, Namibia e São Tomé e Principe.
La MFA, Federcalcio locale, fu fondata nel 1966 e nei due anni successivi si è affiliata alla Confederazione planetaria e a quella africana.
Il Ranking FIFA è il primo indice che si può consultare, e pone le Flames nella parte centrale del lungo elenco globale.
I numeri rendono bene l’idea, e allora, anche solo leggendo i valori complessivi delle rose, si capisce che il Malawi ha costruito buone cose con pochi mezzi. La posizione occupata è la 123ª, alle spalle dell’Estonia (8,88 milioni), e davanti a Zimbabwe (30 mln), Cipro (18 mln) e Gambia (32 mln). La somma dei prezzi dei cartellini dell’organico del Malawi invece, secondo le valutazioni di Transfermarkt, si attesta solo a 150mila euro!
Focus sulla Nazionale
L’attuale CT (sostituto del sud-coreano Kim Sang-hoon), è Patrick Mabedi, che dopo aver guidato l’Under-20 è stato prima chiamato ad interim e poi confermato fino al 2025. Il “Generale” è stato difensore del Kaizer Chiefs, con cui ha inanellato oltre duecento incontri, e poi sia assistente –ruolo rivestito anche in altre occasioni – che allenatore, così come all’All Stars di Johannesburg.
Numerosi elementi dell’organico sono in forza ai Nyasa Big Bullets, ma diversi sono anche i malawiani all’estero. La maggior parte è rimasto sul suolo africano, tra Mozambico, Zambia, Sudafrica, Kenya ed eSwatini.
I singoli che possono misurarsi con avversari di calibro importante sono il laterale basso classe 2001 Charles Petro, in Romania col Botoșani e Kieran Nwenga. Il 21enne di proprietà dell’Aberdeen, è attualmente a fare minutaggio al Patrick Thistle.
I rossoverdi hanno partecipato per 3 volte alla Coppa d’Africa. Nel 1984, nel 2010 battendo al primo impegno l’Algeria con un roboante 3-0, rivelatosi poi un fuoco di paglia per il girone terminato al quarto ed ultimo posto, e nel 2022. Proprio nell’ultima edizione il Malawi ha ottenuto il passaggio del raggruppamento ed è stato eliminato per mano del Marocco, in rimonta, agli ottavi. Il palmarès annovera tre CECAFA Cups, arrivate nel decennio d’oro 1978/1988, più due medaglie di argento. Bronzo invece nei Giochi panafricani dell’ ’87.
Il capocannoniere storico, con 71 centri all’attivo, è Kinnah Phiri, una vera e propria leggenda locale. Si dice abbia messo a segno più di 700 reti in carriera, seppur non sia verificato statisticamente.
Un altro grande realizzatore è stato Ernest Mtawali, che vanta tanti anni al Bloemfontein Celtic, poi al Mamelodi Sundowns, in Argentina a due riprese (prima al Newell’s Old Boys, e successivamente al Talleres), al Tolosa e ai sauditi dell’Al-Wahda.
La massima esponente femminile, invece, è Tabitha Chawinga. Vincitrice della classifica marcatori della Serie A Women con l’Inter, ha donato quaderni e penne ai bambini della sua vecchia scuola elementare, appoggiando un progetto da lei voluto: Believe in Possibilities.
Immagine di copertina realizzata da PSM Sport
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