Al Ahly e Zamalek sono due mondi diversi, anche se in passato hanno combattuto insieme. La finale della Champions League africana 2020 li ha messi di fronte nel “Derby del secolo”, così definito dalla stampa egiziana.
Un derby in finale di Champions League è sempre entusiasmante. Anche se la Champions League in questione è quella africana, e le due squadre sono le big del calcio egiziano. Al Ahly e Zamalek si sono affrontate per la 239esima volta nella storia, la prima in una finale di CAF Champions League. Un atto che resterà negli annali del calcio africano.
Al Ahly e Zamalek: rivalità e unione
L’Al Ahly, fondato nel 1907, è il club delle classi popolari de Il Cairo. Rappresenta una vera potenza nel continente, per tutti i trofei nazionali e internazionali che ha conquistato nella storia. Si può considerare il Real Madrid d’Africa. Non a caso è stato eletto miglior club africano del XX secolo dalla CAF, davanti proprio allo Zamalek. Quest’ultimo, nato nel 1911, è un club caro alla gente più agiata della città. Il club prende nome dal distretto omonimo che sorge sull’isola di Gezira, contornato dal fiume Nilo, nel quale si trovava la sede sociale prima di trasferirsi in quella attuale, a Giza. Il quartiere residenziale di Zamalek viene considerato uno dei luoghi più attraenti della città.
42 campionati contro 12, 36 Coppe d’Egitto contro 27, 8 Champions africane contro 5. Questo il resoconto prima dello scontro del 27 novembre. Il tutto a favore dell’Al Ahly. Entrambe si sono incontrate per la prima volta in Champions League nella semifinale dell’edizione 2005, quando l’Al Ahly ha ottenuto una vittoria per 2-1 all’andata e una al ritorno per 2-0, con doppietta di Mohamed Barakat, già autore di una rete all’andata.
Siamo chiari. La rivalità tra Al Ahly e Zamalek è paragonabile a quella tra Boca-River o Barcellona-Real Madrid. Ma c’è stato un periodo, nel 2011, in cui i tifosi delle due squadre hanno trascurato il loro astio per unire le forze e far cadere il governo Hosni Mubarak in Egitto. I loro gruppi, Al Ahlawy e Ultras White Knights, hanno unito le forze in prima linea e hanno dato il loro contributo a far dimettere il loro presidente dopo 30 anni di repressione soffocante. Perché il calcio è molto di più: aiuta e unisce.
“È qualcosa di fantastico, sono molto orgoglioso di ciò che hanno ottenuto. Ho seguito entrambe le semifinali contro le marocchine e ho fatto il tifo affinché entrambe arrivassero in finale. Sono davvero contento per entrambe le due squadre. Tutto questo andrà a vantaggio della squadra nazionale e del paese. Abbiamo Al Ahly e Zamalek nella finale di Champions League e abbiamo avuto Pyramids nella finale della Confederation Cup. Il fatto che le squadre egiziane stiano andando bene gioverà al 100% alla nazionale”.
Mohamed Salah qualche settimana prima della finale
Al Ahly gloria eterna
La stampa egiziana l’ha definito il “Derby del secolo“: Diavoli Rossi contro Cavalieri Bianchi. Per la prima volta nella storia della Champions League africana, la finale della competizione si è giocata in una gara secca. Allo Stadio Internazionale del Cairo lo spettacolo è andato in scena, ma a porte chiuse. Nonostante i 74 mila posti a disposizione, nessun tifoso ha potuto essere testimone della storia del calcio africano, anche se nelle piazze de Il Cairo sono stati montati alcuni maxischermi per far seguire la partita ai tifosi delle due squadre.
Non ce n’è Covid lì? Altroché. 48 ore prima della partita, tre giocatori dell’Al Ahly (Aliou Dieng, Walid Soliman e Saleh Gomaa) e tre dello Zamalek (Mahmoud El-Wensh, Youssef Obama e Abdallah Gomaa, fratello di Saleh Gomaa) sono risultati positivi e dunque non hanno potuto fare parte del match.
La partita in sé è stata molto coinvolgente, sin dalle prime battute. Al 4′ El Shahat si fa murare da Abougabal, che concede il calcio d’angolo da cui nasce l’1-0 dell’Al Ahly, firmato Amr Soleya. Lo Zamalek reagisce bene, e al 31′ Shikabala pareggia. Il 34enne egiziano, una presenza con lo Sporting Lisbona nel 2013/2014, ubriaca i difensori avversari con il suo gran dribbling e scarica con il sinistro alle spalle di El Shenawy un goal alla Arjen Robben.
Lo Zamalek sembra partire meglio nel secondo tempo, ma si salva per il rotto della cuffia quando ancora El Shahat si divora un clamoroso goal mandando un facile tap in sul palo. Al 63′ sono i White Knights a prendere il “legno”, con una gran botta da fuori di Ahmed “Zizo” Sayed. Il goal vittoria arriva con un bellissimo goal al volo da fuori area che il 24enne Magdi Kafsha fa uscire fuori dal suo cilindro all’86° minuto. L’ex Enppi e Pyramids consegna il nono trionfo continentale all’Al Ahly, condannando ad una bruciante sconfitta lo Zamalek, che resta a 0 vittorie negli scontri diretti contro i rivali in Champions League.
L’allenatore sudafricano Pitso Mosimane conquista così la sua seconda vittoria in CAF CL dopo il successo del 2016 con i Mamelodi Sundowns, sempre contro lo Zamalek. Il Derby del secolo del Cairo è dei Diavoli Rossi, che hanno adesso la gloria eterna.
Il meglio del calcio internazionale su Sottoporta: Javier Mascherano, El Jefecito
Fonte copertina: Instagram Al Ahly