Julien Stéphan, dopo un anonimo passato da calciatore, ha deciso a soli 26 anni di iniziare ad allenare. Dopo tanta gavetta è arrivato al Rennes, e sta ottenendo dei buoni riscontri: in sole due stagioni, ha vinto la Coppa di Francia e ha condotto i rossoneri alla prima storica qualificazione in Champions League.
Non è mai facile scrollarsi l’etichetta di “figlio d’arte”: per Julien Stéphan, figlio di Guy, ex attaccante del Rennes e attuale vice allenatore della nazionale francese, è stato un muro che da calciatore non è riuscito ad abbattere. Nato a Rennes ma cresciuto nel vivaio del PSG, negli anni è sceso di categoria fino ad arrivare alla sesta divisione del calcio francese con la maglia del Drouais. E lì ha capito che fare il calciatore non era nella sue corde: quindi, nel 2008, la scelta di spostarsi dal campo alla panchina.
Il duro lavoro…
Nonostante non sia mai stato un eccellente mediano, è stato sempre descritto come una persona “calma ma allo stesso carismatica”, doti fondamentali per un allenatore. Negli ultimi anni di carriera da calciatore era già alla guida della selezione U19 del Drouais, sorprendendo tutti per le sue idee di gioco e per le sue grandi abilità da motivatore, che hanno influito positivamente sul rendimento dei suoi ragazzi.
Col tempo, diverse squadre lo notano, tra cui lo Châteauroux, che nel 2008 lo nomina mister dell’U15. Anche qui le sue idee funzionano, ma la sua avventura dura solo due anni, visto l’interesse del Lorient militante in Ligue 1 e con uno dei settori giovanili più floridi di Francia. Gli viene offerto un triennale per l’U17, che accetta, pur sapendo che in quel momento si era accasato ai rivali del Rennes, la squadra della sua città. In quel periodo allena calciatori del calibro di Seko Fofana e Simon Falette che furono, qualche anno dopo, tra i fiori all’occhiello del vivaio bretone. Il primo è andato al Manchester City per poi consacrarsi all’Udinese. Il secondo, invece, ha trovato la sua dimensione in Germania all’Eintracht Francoforte.
…ripaga sempre
Nel 2012 termina la sua esperienza nel vivaio dei naselli per ritornare a casa. Con il Rennes inizia un lungo ciclo di sei anni tra la selezione U19 e la seconda squadra. Grazie anche alla sua maestria, i rossoneri hanno potuto lanciare calciatori di assoluto livello come Ousmane Dembélé o Abdoulaye Doucouré. Con la seconda squadra, inoltre, ottiene molti successi dal punto di vista sportivo, tra cui la promozione in CFA (quarta serie) dopo diversi anni.
Verso la fine del 2018, le cose non stavano andando bene per la prima squadra del Rennes. In Ligue 1 la squadra era al quattordicesimo posto, con soli 17 punti in 15 partite, mentre in Europa League i rossoneri rischiavano l’eliminazione in un girone composto da squadre alla portata come Dynamo Kiev, Astana e Jablonec. Il presidente Nicolas Holvek fa una scelta coraggiosa: esonera Sabri Lamouchi e concede una possibilità a quel giovane allenatore che tanto stava facendo bene nelle giovanili. Dal 3 dicembre 2018 inizia l’ascesa di Julien Stéphan.
Una rapida ascesa
Per salvare una stagione iniziata malissimo, il tecnico classe ’80 costruisce la squadra partendo dai suoi uomini chiave, come Hatem Ben Arfa e M’Baye Niang, e gli affianca diversi giovani. Tra questi spuntano le ali Ismaila Sarr e James Lea Siliki, oltre al predestinato Eduardo Camavinga, classe 2002.
I risultati sono subito positivi: nel primo mese ottiene quattro vittorie consecutive in campionato e il pass per le qualificazioni alla fase ad eliminazione diretta in Europa League. In quest’ultima si ferma agli ottavi di finale subendo la remuntada dell’Arsenal, nonostante la vittoria per 3-1 all’andata. In Ligue 1, la squadra arriva al decimo posto con sole sei sconfitte in 23 partite.
Il Rennes si dimostra però una corazzata solida, soprattutto nelle coppe nazionali: arriva ai quarti della Coupe de la Ligue, mentre vince incredibilmente la Coupe de France contro il PSG. I rossoneri, dopo essere passati doppiamente in svantaggio, riescono a rimontare e ad aggiudicarsi la vittoria alla lotteria dei rigori. Tra i protagonisti figura sicuramente Ben Harfa: l’algerino, con un passato alla corte dei parigini, è stato autore di una prestazione straordinaria. Al termine della stagione, però, lascia il club che lo ha rilanciato accasandosi al Real Valladolid, con tanto dispiacere per Julien Stéphan.
Scrivendo la storia
L’annata 2019/2020 inizia con la vendita di diversi giocatori chiave. Su tutti Ismaila Sarr (andato al Watford per 30 milioni), il terzino Remy Bensebaini (al Borussia Mönchengladbach) e il portiere Thomas Koubek (direzione Augsburg). Quest’ultimi sono rimpiazzati da profili di buon livello: Edouard Mendy, ex Reims, in porta, mentre in attacco arriva il riscatto di Niang, e l’ala Raphinha dallo Sporting Lisbona per 20 milioni. Inoltre sono aggregati diversi giocatori della primavera come l’attaccante Lucas Da Cunha e il terzino Sacha Boey.
La prima gara è stata la Supercoppa di Francia contro il PSG, ma la compagine di Julien non riesce a bissare il successo, seppur sia passata inizialmente in vantaggio. In Ligue 1, dopo 9 punti in 3 giornate, segue una striscia di 7 partite senza vittoria. Una crisi dovuta anche all’impegno in Europa League, che termina con l’ultimo posto alla fase a gironi con 4 punti (una vittoria per 2-0 contro la Lazio e un pareggio contro il Celtic).
Da lì, la squadra di Stéphan ricomincia a macinare punti e arrivare all’inizio di marzo al terzo posto con 50 punti in 28 gare. L’interruzione del campionato a causa del Covid-19 ha giovato a favore dei rossoneri, che incredibilmente riescono nell’impresa di qualificarsi per la prima volta in Champions League. A differenza dello scorso anno, però, non vincono trofei. Nella Coupe de la Ligue si arrendono agli ottavi contro l’Amiens, mentre nella Coupe de France è stato il Saint-Etienne ad abbatterli in semifinale.
I segreti per il successo
In che modo Julien Stéphan ha trasformato in un solo anno e mezzo una squadra in crisi di risultati e fragile, in una solida e vincente? Ha creato una squadra partendo dagli elementi più esperti e talentuosi , aggiungendoci i suoi pargoli delle giovanili. A ciò si unisce un gioco non eccessivamente spettacolare, ma molto intenso e incentrato sulla grande tecnica dei singoli.
In un anno e mezzo ha sperimentato diversi sistemi di gioco, ma negli ultimi tempi il 4-4-2 ha garantito i migliori risultati. A difendere i pali come detto c’è Edouard Mendy: il 28enne di Montvilliers, dopo una stagione da 9 clean sheets, potrebbe lasciare i bretoni, con il Chelsea primo pretendente. Le alternative sarebbero l’esperto Romain Salin e il classe 2003 Pépé Bonet. Al centro della difesa, al fianco dell’esperto capitano Damien Da Silva, gioca il figliol prodigo Joris Gnagnon, ritornato nuovamente al Siviglia dopo il prestito annuale. Sulle fasce agiscono Hamari Traoré e Faitout Maouassa. Il primo è un terzino di maggior fisicità e contenimento; il secondo garantisce più apporto offensivo e spinta.
A guidare il gioco è il più giovane del gruppo, il predestinato Eduardo Camavinga: nella scorsa stagione, oltre ad un gol e a due assist, ha avuto la media dell’87% di passaggi riusciti e 1,3 duelli vinti a partita. Valore stimato: 100 milioni. Bourigeaud e Lea Siliki (prodotto del vivaio rossonero), si alternano invece come spalla al classe 2002.
Come esterni di centrocampo agiscono due calciatori molto simili, ovvero Raphina e Flavien Tait. Entrambi sono dotati di ottima velocità e dribbling e tagliano verso il centro. Il primo, però, è stato più cinico sotto porta: 5 gol in campionato contro l’unico del francese.
Le fortune di Stéphan stanno nella coppia d’attacco, composta da M’Baye Niang e Adrien Honou. Il primo, con un passato da bad boy in Italia, è il perno dell’attacco. Con la sua velocità può partire sulla fascia senza creare alcun punto di riferimento e accentrarsi sfruttando la sua tecnica. Nell’ultima stagione ha siglato 15 reti in tutte le competizioni, di cui 10 in campionato. Il secondo, invece, nonostante sia alto solo 176 centimetri, è un avversario ostico nelle palle inattive.
Con tanta caparbietà e duro lavoro, Julien Stéphan ha saputo conquistarsi il Rennes e la sua tifoseria. Attualmente ha un contratto fino al 2022, ma ci sono tutti i presupposti per continuare questo ciclo. Dal nord della Francia sono sicuri: il 39enne di Rennes sembra pronto a vincere non solo coppe nazionali.
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Fonte copertina: web24.news