Come un assist il velo di Messi, che senza toccare palla risolve la questione Betis; ecco altri 5 colpi di genio che hanno svoltato l’andamento di una partita
Si è potuto riposare solamente un tempo, Lionel Messi. Anche senza l’infortunio di Ansu Fati, l’ingresso dell’argentino era scontato quanto necessario, visto che per il Barcellona si stava delineando un altro difficile pomeriggio. Poi entra Messi e cala un velo sul Camp Nou.
Il pallone basso e teso di Jordi Alba trova in traiettoria Messi che sente la presenza di portiere e difensori, per cui lascia sfilare la sfera che atterra docile sui piedi di Griezmann, libero di insaccare a porta vuota.
E’ 2 a 1 Barça, tutti ad abbracciare Messi che, neanche a dirlo, due gol li segnerà comunque poco dopo, su rigore e su azione. La partita finirà in goleada ma è stato quel non passaggio di Messi ad accendere la luce e decidere l’andamento della gara.
Ecco allora una Top 5 di finte – o veli – che hanno permesso alla squadra di vincere un match.
5) Marcus Rashford, Manchester United 3 – 1 Bournemouth (17/05/2016)
Posticipo dell’ultimo turno della Premier League 2015-2016, quella romanticamente conquistata dal Leicester di Ranieri. Mentre le Foxes festeggiano, il Manchester United di Louis Van Gaal si trova di fronte un Bournemouth già sicuro della permanenza in Premier.
Una stagione sottotono per i Red Devils, che si piazzano al quinto posto dietro al City e non si spingono oltre gli ottavi di Europa League. A togliere l’amaro in bocca sono le prestazioni del giovane Marcus Rashford, che si presenta con una doppietta sia in Coppa sia in Campionato, contro l’Arsenal.
La gara si sblocca al 43′ grazie al gol di Rooney su assist di Martial, che chiude il triangolo con Mata e mette in mezzo per il tap-in del numero 10. In traiettoria, con il numero 39, c’è proprio Rashford, che lascia sfilare il pallone consapevole della postazione più favorevole del compagno.
Nella ripresa Rashford si toglierà comunque la soddisfazione del gol, il settimo della sua prima “mezza” stagione con lo United. Predestinato.
4) Andrea Pirlo, Juventus 2 – 2 Genoa (23/10/2011)
Ottava giornata di campionato, la primissima Juventus di Antonio Conte ospita il Genoa di Malesani, e dopo aver trovato il vantaggio con Matri, subisce il pari di Marco Rossi. Ma la Juve torna immediatamente all’attacco e nella ripresa rimette la freccia.
Il genio assoluto di Pirlo. Così commenta Fabio Caressa dopo aver assistito al gol che riporta in vantaggio la Juventus, ancora con Alessandro Matri.
Non serviva certo questa giocata per stabilire la grandezza di questo giocatore, abituato a disegnare calcio e suggerimenti per i compagni dopo averli visualizzati nella mente.
Questa volta da parte sua non arriva alcun assist, bensì un movimento avanzato che disorienta la retroguardia rossoblù sul passaggio interno di Vucinic, diretto quindi a Matri che, distante dalla marcatura quel tanto che basta, controlla a seguire e batte Frey in uscita. Genio a 360° gradi.
3) Kylian Mbappé, Nantes 0 – 1 PSG (14/01/2018)
Il PSG del 2017-2018 vuole voltare subito pagina dopo aver perso il titolo di campione di Francia agguantato dal Monaco nella stagione precedente. La società non solo vuole riappropriarsi dell‘Hexagoal , ma pretende di creare una formazione competitiva anche fuori dall’Esagono. Il messaggio arriva forte e chiaro da una folle campagna acquisti, che regala sia il top class Neymar sia l’astro emergente Kylian Mbappé.
Giunti alla 20° giornata, il PSG si trova saldamente in testa con 11 punti di vantaggio su Monaco e Lione. La trasferta contro il Nantes si apre con il gol di Angel Di Maria, che sfrutta sì la poca reattività del portiere avversario, ma coglie l’opportunità grazie il velo intelligente di Mbappé, che si lascia sfilare il pallone sotto le gambe.
Poiché la rete dell’argentino sarà l’unica del match, la scelta di Mbappè di fare velo e non entrare in possesso del pallone si rivelerà azzeccata. Decisivo.
2) Il doppio velo del Tricolor di Rio: Nova Iguaçu 1 – 4 Fluminense – (04/02/2015)
Lasciamo l’Europa per il Sudamerica, precisamente in Brasile dove si gioca il campionato Carioca del 2015. La Fluminense disputa una partita di Taça de Guanabara sul campo del Nova Iguaçu e nonostante sia la favorita, chiude il primo tempo sotto di una rete.
Nella ripresa il gol del pareggio di Giovanni riaccende l’orgoglio del Tricolor Carioca, che dopo aver pareggiato ribalta il risultato a dieci dalla fine.
Sulla corsia destra il numero 25 Wellington si accentra e scarica in mezzo per chiudere il triangolo, il numero 23 Marlon invece lascia sfilare così come il numero 9 Frederico Chaves, che premia l’avanzata di Jean Moreira che prende la mira e trova l’incrocio. Golazo.
1) Mesut Özil, Arsenal 3 – 1 Leicester (22/10/2018)
Merita la pole position questa straordinaria azione dei Gunners, che ha dato un assaggio di ciò che sarebbe dovuto essere l’Arsenal di Unai Emery ma soprattutto l’Arsenal di Mesut Özil.
Nel Monday Night della nona giornata l’Arsenal riceve il Leicester all’Emirates, ed alla mezz’ora si trova in svantaggio per un autogol. Nella ripresa tuttavia i Gunners riescono a ribaltare il risultato grazie alla grande prestazione di Özil e Aubameyang, che sigla una doppietta e fissa sul 3 a 1.
L’azione che porta al terzo gol dei padroni di casa è un’opera d’arte firmata Emery. L’Arsenal ricomincia dal portiere Leno che fa girare palla alla propria difesa, Torreira si abbassa e con due tocchi controlla e verticalizza per Özil, venuto a prender palla.
La manovra prende velocità grazie al tocco del tedesco all’indietro, Bellerin avanza sulla destra e taglia il campo per servire di nuovo Özil che ha già visto Lacazette sulla linea del passaggio, con una dummy – una finta – sfila alle spalle della difesa, elude l’intervento di Schmeichel e imbandisce la tavola per Aubameyang. Total Football.
Menzione obbligatoria
Impossibile non menzionare il giocatore che da sempre si contende la palma di migliore di tutti i tempi. Durante i mondiali di Messico ’70, mentre l’Italia vince una storica guerra calcistica contro la Germania dell’Ovest, Pelé ed il suo Brasile ballano la Samba sull’Uruguay in semifinale.
Sul passaggio filtrante di Tostao, Pelé si trova a tu per tu con il portiere Mazurkiewic ma invece di impattare il pallone, O’ Rey finta ed aggira l’estremo difensore, recuperando la sfera e calciando da posizione più defilata.
Il pallone non entrerà in porta per pochi centimetri, cosa che non peserà sul risultato finale. Quel che rimane è lo straordinario gesto artistico e l’incredibile fantasia nel partorirlo nella mente.
Velo, finta di corpo, dummy. Tanti termini per indicare un altro modo di percepire il campo e chi lo occupa, un gesto mai casuale ed anzi simbolo della capacità di visualizzare il gioco del calcio come un insieme di elementi che partecipano attivamente, invece di isolarsi nei propri schemi.
Se ben pensata, la finta funziona sempre poiché va a frantumare la psiche dell’avversario, che per quanto possa essere concentrato, viene preso totalmente in contropiede e perde il tempo d’intervento.
Messi è entrato in campo ed al primo pallone non toccato la partita è cambiata. Chi parlava di atteggiamento svogliato da parte dell’argentino ora tace, urla invece la qualità di certi giocatori che fermano le gambe ma corrono con la mente, trasformando una semplice azione in un capolavoro.
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