In un ipotetico sondaggio sul miglior calciatore sudcoreano di tutti i tempi, la maggioranza dei partecipanti sceglierebbe la stella del Tottenham Son Heung-min. O Park Ji-sung, leggenda di Manchester United e PSV. Tanti snobbano Cha Bum-Kun, di cui vi offriamo il nostro ritratto.
Quasi nessuno ricorda il grande Cha Bum-Kun, relegato a un’esperienza passata ed ormai remota o alla saga videoludica di FIFA, dove dal 2022 è presente la sua carta icona. Quest’ultimo elemento deve però fungere da spunto per avere un’idea di chi fosse. Cha Bum-Kun è stato più di un semplice attaccante: entrato di diritto nella Hall of Fame della Federcalcio Coreana, nel suo decennio in Germania è stato un pioniere gettandosi prima di tutti a capofitto in una realtà a lui totalmente estranea.
Cha Bum-Kun stupisce subito
Nato nel 1953 a Hwaseong, già da piccolo dimostra una qualità che si rivelerà cardine del suo gioco: la rapidità. Inizia a giocare col pallone all’epoca della scuola media, dopo un tentativo con l’hockey. Il suo nome in ambito calcistico comincerà a circolare una volta entrato alla Kyungshin High School. Qui, le ottime prestazioni gli valgono la prestigiosa chiamata della Nazionale Sudcoreana U20 a poco più di 17 anni.
Nel maggio 1972, in occasione della quinta edizione della Coppa d’Asia, arriva la prima grande opportunità della sua carriera. Neanche diciannovenne, Cha Bum-kun riceve la convocazione dalla Nazionale maggiore per il suo primo torneo internazionale. La Corea due volte campione deve riscattarsi, dopo la clamorosa mancata qualificazione alla precedente edizione. Nella partita inaugurale del girone B i Guerrieri Taegeuk strapazzano 4-1 la Repubblica Khmer (l’attuale Cambogia) e sul tabellino compare anche Cha, autore del momentaneo 3-0.
Anche se da comprimario, il giovane attaccante aiuta la sua Nazionale nella cavalcata verso il terzo titolo continentale: dopo aver superato il girone, la Corea del Sud batte in semifinale la Thailandia ai rigori, ma deve arrendersi in finale contro l’Iran ai tempi supplementari.
Cha Bum-Kun ha però modo di rifarsi. Qualche mese dopo si gioca la Pestabola Merdeka, competizione amichevole organizzata dalla Federcalcio Malese a partire dal 1957 e tuttora esistente. Il sudcoreano aiuta i suoi siglando due reti nella fase a gironi e soprattutto il gol decisivo in finale contro la Malesia. Sempre nel ’72 Cha riesce ad entrare alla Korea University (università privata tra le più blasonate del paese) con cui nel 1974 vince il Korean National Football Championship, torneo semiprofessionistico.
Prima la patria
In Corea del Sud da oltre 70 anni ogni uomo deve prestare servizio militare, non importa la professione o la fama. Dopo aver terminato l’università, nel 1976, Cha Bum-Kun vince il campionato semi-professionistico primaverile con la maglia del Korea Trust Bank. Giusto in tempo, verrebbe da dire. A ottobre, difatti, il ragazzo si vede costretto a interrompere l’attività (semi)professionistica per prendere parte alla leva obbligatoria. Cha avrebbe anche già deciso di arruolarsi in Marina, quando il capo dell’Aeronautica Joo Young-bok lo convince che scegliendo quest’ultima branca avrebbe potuto concludere il servizio militare con 6 mesi di anticipo.
Grazie alla nazionale sudcoreana, la sua carriera svolta. Cha scrive la storia diventando – a soli 24 anni – il più giovane calciatore di sempre a collezionare cento presenze internazionali. In aggiunta Dieter Schulte, scout dell’Eintracht Francoforte, nota il suo talento durante un torneo e scrive alla Federcalcio sudcoreana. È a conoscenza dell’imminente fine della leva obbligatoria e vuole portare il giovane in Germania. Il ragazzo sarebbe anche disposto a partire immediatamente, ma la federazione sudcoreana è restia: non vuole che si crei il pretesto per una fuga di massa dei migliori prodotti dei vivai del paese.
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Un sogno (in parte) rovinato
Dopo una lunga trattativa che arrivò a coinvolgere anche il governo coreano, a Cha venne permesso di volare in Germania al termine dei Giochi Asiatici di metà dicembre 1978. Per la stella coreana sono giorni difficili, ma il suo talento permette alla Nazionale di vincere l’oro. Niente Eintracht Francoforte, però. Atterrato in Germania gli osservatori del Darmstadt restano folgorati. Il provino dura appena trenta minuti e Cha Bum-Kun viene messo sotto contratto per sei mesi.
Con i Lilien, tuttavia, Cha disputa soltanto una partita di campionato perché la Forza Aerea coreana ordina il suo ritorno in patria. Lo sconto di 6 mesi proposto al calciatore per convincerlo ad entrare in Aeronautica non era realmente applicabile. Il servizio militare, perciò, non è considerato concluso. L’unica soluzione consentita sarebbe stata svolgere del lavoro straordinario, che in ogni caso avrebbe ridotto la leva militare di soli 3 mesi.
Non importa l’abilità del calciatore, non possiamo riservargli un trattamento preferenziale
Le parole del Ministro della Difesa
Cha Boom!
Una volta conclusa la coscrizione (maggio ‘79), all’età di 26 anni, Cha diventa il primo calciatore sudcoreano a militare in Bundesliga. Le possibilità per lui sono tante, ma proprio Dieter Schulte insiste e lo convince a vestire la maglia del Francoforte.
Nonostante la pressione, sin da subito si impone come uno dei migliori attaccanti in circolazione, venendo adoperato sia al centro che sulla destra. La rapidità e il pressing asfissiante – che costituiscono il suo stile di gioco – lo rendono una spina nel fianco dei difensori. Nella prima stagione con le Aquile realizza ben 12 gol in 31 partite, entrando nella “Squadra dell’Anno”. Il suo tiro potente e preciso gli vale il soprannome di Cha-Boom e soprattutto il suo primo titolo europeo. Grazie ai suoi 3 gol, l’Eintracht infatti vince la Coppa UEFA ’79-’80. Si tratta di un’edizione dominata dalle squadre tedesche, in cui La Diva del Meno si fa strada battendo Feyenoord, Brno, Bayern Monaco e – in finale – il Borussia Mönchengladbach.
Nella stagione 80/81 il sudcoreano mostra il meglio di sé in Coppa di Germania: sei reti in altrettanti incontri. In particolare decide la semifinale con l’Hertha Berlino e la finale con il Kaiserslautern. Segue poi un’annata avara di successi per le Aquile, che nonostante le buone prestazioni di Cha non riescono ad andare oltre la metà classifica. Il club entra in una spirale di problemi economici che, dopo il 10° posto della stagione 82/83, portano alla cessione di Cha Bum-Kun al Bayer Leverkusen dopo 58 gol in 156 presenze.
Der Asiatische Kaiser
Nonostante l’avanzare dell’età, l’imperatore asiatico riesce ad essere sempre costante con la maglia delle Aspirine. Va in doppia cifra per tre stagioni consecutive ed aiuta i suoi a tornare nei piani alti della classifica dopo anni di mediocrità. Dà il meglio di sé nella stagione 1985/86 quando realizza 17 reti e trascina il Bayer Leverkusen al 6° posto, valido per la Coppa UEFA.
Il 1986 è anche l’anno di un grande ritorno. Con il suo trasferimento in Germania, a Cha venne preclusa la possibilità di vestire la maglia della Nazionale per ben 8 anni. Tutto cambia in occasione della seconda qualificazione ai Mondiali nella storia della Sud Corea, la prima dopo oltre 30 anni. La rappresentativa asiatica riuscì a disputare un bel torneo pur terminando all’ultimo posto il girone cha la vedeva impegnata contro Argentina, Italia e Bulgaria. Quelle saranno le ultime presenze di Cha Bum-Kun con le Tigri Asiatiche, di cui è tuttora miglior marcatore con 58 reti e recordman di presenze con 136 gettoni.
Gli ultimi lampi di Cha Bum-Kun
Cha continua ad indossare la maglia del Leverkusen per altre tre stagioni, togliendosi diverse soddisfazioni prima di appendere gli scarpini al chiodo: nella stagione 87/88 diventa il calciatore straniero più prolifico della storia in Bundesliga. In aggiunta è di fondamentale importanza per la vittoria delle Aspirine in Coppa UEFA, il suo secondo trofeo personale in ambito continentale.
Dopo il 3-0 che nella finale d’andata l’Espanyol aveva rifilato ai tedeschi, il sogno sembrava svanito. Tuttavia nel calcio tutto è possibile, e nel secondo tempo della gara di ritorno il Bayer segna due gol in pochi minuti, si getta all’arrembaggio e a 10’ dalla fine il colpo di testa di Cha manda la gara ai calci di rigore, dove i tedeschi trionfano.
È vero che col tempo la memoria va svanendo, ma un calciatore come Cha Bum-Kun non merita di finire nel dimenticatoio. Parliamo di un precursore che con 98 gol in Bundesliga ha dimostrato talento, coraggio (e correttezza: un solo cartellino giallo) da vendere.
Cha Bum-Kun ha aperto le porte a tanti giovani che ora si lanciano in nuove realtà facili solo all’apparenza, questo è già un valido motivo per celebrarlo.
Immagine di copertina realizzata da PSM Sport
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