Salvatore Lombardo è stato un ex arbitro di Serie A: lui Maradona l’ha visto veramente, in campo. Lo ha arbitrato per ben tre volte all’epoca. Qui i suoi ricordi.
La scomparsa di Maradona ha sconvolto tutti. Grandi, piccoli, amanti del calcio e non. Forse perché lui era considerato, per molti, il calciatore del popolo. Così, in una chat WhatsApp di uno scolorito 25 novembre 2020, un gruppo di amici apprende la tragica notizia. “È morto Maradona”. “Impossibile, non ci credo”. “È vero, non ho parole”. Nessuno le ha. La mia città, Marsala, situata alla punta estrema della Sicilia occidentale, si unisce universalmente al cordoglio di tutte le altre città del pianeta, da Buenos Aires a Nairobi, da Napoli a Seoul. Il mondo intero lo piange. Perché Maradona era di tutti. Diego ha evaso tutti i confini geografici immaginabili, e si è innalzato ad icona mondiale. Era il calciatore del popolo, come detto, e adesso che non c’è più, il popolo è triste.
La voglia di omaggiarlo è tanta. Giovanni, mio grandissimo amico e sostenitore della pagina, vede sul web una foto di un nostro compaesano che ha arbitrato Diego Armando Maradona, e mi consiglia una cosa. Un marsalese che ha visto dal vivo, da due passi, quel genio che è stato El Pibe de Oro è un orgoglio per la mia terra, una testimonianza incredibile. Il tempo necessario di attivarmi, e mi metto in contatto telefonico con Salvatore Lombardo.
Ricordi d’altri tempi…
Classe 1948, professione notaio, da arbitro ha vissuto uno dei periodi più belli e floridi della Serie A: quello degli anni ’80, ricco di campioni dal calibro internazionale. Lombardo finisce la sua carriera di arbitro nel 1987/88 e, successivamente, tra le varie cose, è stato Presidente Nazionale dell’AIA dal 1992 al 1997 e sindaco di Marsala per ben 8 anni.
Salvatore Lombardo è un uomo gentile, e alla domanda se fosse stato emozionante dirigere Diego, mi risponde così: “Maradona, per un arbitro, non doveva essere niente di eccezionale, professionalmente parlando. Quando arbitravo dovevo mantenere un certo profilo, ero molto riservato“. Subito una piccola chiosa sul calcio moderno, un calcio che non c’è più. “Adesso gli arbitri scambiano il cinque e danno del tu ai calciatori… Ai miei tempi non esisteva. Ci davamo del Lei, avevamo un certo distacco, anche con Maradona, però se vedevo un bel passaggio, un bel cross o una bella azione non rinunciavo nel dire che fosse bellissima“.
Ma dunque, com’era Maradona visto dagli occhi di un arbitro? “Aveva un comportamento eccellente, non si lamentava mai, anche se poteva farlo. Veniva spesso aggredito dagli avversari, che usavano spesso mezzi non molto morbidi per fermarlo. Ma non si lamentava mai, davvero. Emanava grande tranquillità in campo, una signorilità unica, non protestava, e non rompeva le scatole, ma accettava le decisioni“. Per Salvatore Lombardo aveva davvero qualcosa in più, sia dal punto di vista comportamentale, sia, ovviamente, dal punto di vista tecnico. “Era uno che vedeva l’azione meglio degli altri, sapeva come si dovevano svolgere le cose. Maradona caricava i compagni, li incitava, era un leader in campo, si notava bene questa cosa. Aveva un carisma naturale”.
Siempre, Diego
Ad un certo punto gli chiedo quante partite ha diretto con Maradona in campo. Mi risponde simpaticamente che ne posso sapere più io di lui, e che se glielo faccio ricordare è una cosa carina, così cercherà di non scordarselo più. Allora gli rivelo il numero esatto, confermato tramite alcune ricerche in vecchi archivi: sono tre. “Contro il Pisa sì, contro l’Atalanta me lo ricordo perfettamente e contro l’Ascoli l’ultima stagione“.
Poi mi svela un aneddoto privato, per rafforzare il concetto del mito Maradona. “Nel mio studio notarile non ho mai avuto una foto con un calciatore, né quando ero arbitro, né quando ho smesso di arbitrare. Dopo il termine del mio mandato come presidente degli arbitri, però, mi sono ritrovato tra le mani la foto prima del fischio iniziale di Napoli-Atalanta, con Maradona sullo sfondo. L’ho appesa e posso dire che nel mio studio ho solo quella foto con un calciatore dei miei tempi“. In quel Napoli-Atalanta finito 2-2, Salvatore Lombardo vide l’unico goal dal vivo segnato da Maradona, su calcio di rigore. “Mi ricordo l’esecuzione dal dischetto, ma non ricordo onestamente se il fallo fosse stato su di lui. Era il Napoli che si apprestava a vincere lo scudetto, e il San Paolo stravedeva per quell’argentino, riempiendolo d’affetto“.
Maradona è stato un funambolo, si è fatto amare per quello che gli riusciva palla al piede. Superava tutti in genialità. “Onestamente ne faceva diverse di giocate, impossibile ricordarne una in particolare. In televisione ormai ne fanno vedere parecchie di azioni eccezionali del passato, che magari in partita non apprezzi. Poi l’arbitro, più che guardare le cose belle, guarda le cose brutte (ride, ndr). Apprezzi le cose belle, ovvio, ma magari non ti rimangono in mente. Maradona ne fece tante però ai tempi, ve l’assicuro…“
Ma è stato davvero il migliore di tutti? “Lui era un artista unico. Ciò che mi ha stupito nel vederlo da vicino fu il suo aspetto fisico. Molto spesso si fa il paragone tra lui e Pelé. Il brasiliano aveva una corporatura più forte e robusta. Rispetto a Maradona lo batteva 10 a 5, fisicamente parlando. Ma nonostante il fisico non eccezionale, Maradona faceva in campo cose meravigliose, lasciando tutti stupefatti“.
Meraviglie che resteranno sempre nelle nostre menti. Come questa splendida testimonianza di Salvatore Lombardo, l’arbitro che ha davvero visto Maradona.
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Fonte copertina: Archivio personale S.Lombardo